Santacroce: “Nel Lazio mafia sempre più presente”

Sono sempre più radicate nel territorio del Lazio «le organizzazioni mafiose». Lo afferma il presidente della Corte d’Appello, Giorgio Santacroce, all’inaugurazione dell’anno giudiziario affermando che i clan sono presenti «con articolazioni logistiche per il riciclaggio di capitali accumulati illecitamente e per l’investimento in rilevanti attività commerciali e imprenditoriali (soprattutto nel campo della ristorazione, dell’abbigliamento e delle concessionarie di auto)».
Per Santacroce siamo in presenza di «un mix variegato e complesso – aggiunge – di organizzazioni di vario tipo, che operano nel territorio secondo metodologie diverse da quelle tradizionali, inserendosi in settori che conoscono crisi di mercato, non essendo interessate a realizzare un controllo capillare del territorio al punto di scontrarsi per l’occupazione di zone di influenza a scapito di gruppi rivali, ma si infiltrano progressivamente e silenziosamente nel tessuto economico-sociale».
La misura di tale situazione viene data dal numero di provvedimenti di sequestro e confisca eseguiti nel Lazio: «Solo a Roma i carabinieri del reparto operativo hanno confiscato negli ultimi tre anni beni per 153 milioni di euro e nei primi mesi di quest’anno 5.000 chili di droga».
ROMA COME ROMANZO CRIMINALE. «Roma attira le organizzazioni criminali, mafiose e non». È uno dei passaggi della relazione del presidente della Corte d’Appello Giorgio Santacroce nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del distretto. Una dinamica dovuta, in primo luogo, perché Roma «è una piazza commerciale di primo piano nello scenario nazionale, specie per quanto riguarda il consumo di droghe, e poi perchè è il centro del potere politico e qui vengono prese le grosse decisioni sui grossi investimenti e sui grandi appalti». Per Santacroce non «può tacersi dei numerosi fatti di sangue verificatisi negli ultimi mesi a Roma e nell’hinterland romano (oltre trenta omicidi dall’inizio del 2011 e non pochi episodi di gambizzazione) che sembrano accendere i riflettori su una provincia da romanzo criminale. Molte aggressioni, per le modalità esecutive e per le caratteristiche soggettive delle vittime, risultano maturate a seguito di contrasti insorti tra gruppi rivali».
OMICIDI IN AUMENTO. «I delitti di omicidio sono aumentati in alcuni circondari e diminuiti in altri. Nel circondario di Roma le nuove indagini su alcune vicende archiviate ha consentito di riesaminare almeno 90 casi di omicidio, avvenuti dal 1983 a oggi, utilizzando tecniche scientifiche più moderne, tra i quali l’omicidio di Simonetta Cesaroni commesso in uno stabile di via Poma (1983) quello della contessa Alberica Filo della Torre avvenuto in una villa dell’Olgiata (1991) e un omicidio maturato negli ambienti della malavita romana legati alla cosiddetta Banda della Magliana (1983)». Lo afferma il presidente della Corte d’Appello di Roma Giorgio Santacroce nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. «Nel periodo di interesse sono stati iscritti presso la locale Procura della Repubblica 60 procedimenti per omicidio volontario (33 contro noti e 27 contro ignoti, mentre l’anno scorso i noti erano 20 e gli ignoti erano 35) e 101 procedimenti per tentato omicidio (76 contro noti e 25 contro ignoti, a fronte dei 92 procedimenti contro noti e 22 contro ignoti del periodo precedente) – aggiunge -. Sostanzialmente inalterate sono rimaste le iscrizioni per il delitto di omicidio preterintenzionale (tre procedimenti contro noti e due contro ignoti)» mentre si «è ridotto il numero degli omicidi colposi (169 contro noti e 276 contro ignoti rispetto ai 288 contro noti e 276 contro ignoti del periodo precedente) e la diminuzione tocca anche casi di colpa professionale medicale». Sono invece aumentati «i delitti contro il patrimonio, in particolare rapine ed estorsioni, mentre si registra una lieve flessione dei fenomeni di usura».
la prima città mafiosa del lazio è ..LATINA ….