Processo Andromeda, la difesa: solo indizi nessuna prova

17/01/2012 di
tribunale-latina

Ha puntato a far cadere il reato associativo la difesa dei Di Silvio nell’udienza di questa mattina nell’ambito del processo Andromeda. Ad essere ascoltati una presunta vittima di usura, noto commerciante di Latina, che ha confermato prestiti di denaro da parte di Costantino, al quale si era rivolto in un momento di difficoltà, negando però minacce per la restituzione.

Una generale panoramica delle indagini è stata fornita dal capo della squadra mobile Cristiano Tatarelli che ha spiegato diversi riferimenti contenuti nelle intercettazioni telefoniche e ambientali, agli episodi contestati, tra i quali un tentato omicidio, la commissione degli incendi, le estorsioni. Per la difesa, però si tratta solo di indizi, non di prove oggettive, in assenza di elementi concreti come testimonianze di vittime, sequestri di armi o stub. Nel corso del controesame i legali hanno sottolineato più volte l’assenza di aspetti che, per molti degli imputati, vanno a sostenere l’associazione criminale.

Sulle tracce di Dna rinvenute sulle armi sequestrate in via Moncenisio ha invece riferito il consulente della pubblica accusa, che ha spiegato di poter affermare con certezza la familiarità dei Di Silvio, non potendo attribuirlo, però, a soggetti specifici. L’ultima testimonianza è stata resa da un agente della Mobile sul sequestro di un voluminoso carteggio rinvenuto a casa di Carmine Di Silvio e contenente diverse missive.

  1. Ma gli avvocati che difendono questa gente,non si vergognano nemmeno un po’?