All’ospedale Goretti “ambulatori blu” per curare l’influenza

16/01/2012 di
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Influenza, in 9 ospedali del Lazio arrivano gli “ambulatori blu”, apposite strutture gestite dai medici di medicina generale dove i pazienti potranno essere visitati e assistiti, alleggerendo così i pronti soccorso.

È “Percorso veloce influenza”, l’iniziativa lanciata oggi dalla presidente della Regione Lazio Renata Polverini, insieme con il direttore Programmazione e risorse del Servizio sanitario regionale Ferdinando Romano, il presidente della Fimmg-Lazio Pierluigi Bartoletti e Luciano Cifaldi della Cisl.

Gli ambulatori blu saranno aperti da oggi fino al 16 marzo (salvo proroghe), 7 giorni su 7, dalle 8 alle 20 a Roma nei pressi dei pronti soccorsi del San Camillo-Forlanini, del S. Andrea, del S. Giovanni, dell’Umberto I, di Tor Vergata e del Pertini.

A Latina il servizio è attivato al S. Maria Goretti, a Frosinone allo ‘Spazianì, mentre a Cassino al Santa Scolastica. Inoltre è stato attivato un numero telefonico regionale (06.58602464, tutti i giorni dalle 8 alle 20): rispondono medici di medicina generale che possono dare assistenza ai cittadini. Coinvolte nel progetto anche le Ucp, Unità di cure
primarie.

«L’iniziativa – ha spiegato Polverini – nasce dal fatto che in alcuni mesi dell’anno abbiamo una presenza importante nei pronti soccorso di pazienti con sintomi dell’influenza. Questo comporta lunghe attese e strutture sovraffollate. Sarà dunque disposta una segnaletica apposita per arrivare ai punti blu, dove, se serve, si potrà disporre il trasferimento al pronto soccorso. Devo sottolineare – ha aggiunto – che non tutte le strutture hanno risposto con la stessa solerzia, capendo che dobbiamo innovare la sanità anche con progetti come questi. Spesso la percezione di un buon sistema c’è più con le piccole cose come questa che sulle grandi questioni che stiamo affrontando. Inoltre, in questo modo, avviciniamo i medici di base al sistema ospedaliero».

Il fenomeno dell’influenza, ha commentato Romano, è «prevedibile: per questo possiamo evitare il sovraccarico dei pronti soccorso spostando l’attenzione sui medici di famiglia». Soddisfatti i sindacati: «È la prima volta – ha detto Bartoletti – che la Regione mette in campo una risposta strutturata, che risolve inoltre il problema del ‘bucò del sabato e della domenica» in cui gli studi dei medici di base sono chiusi. Cifaldi ha dunque augurato un buon lavoro «a tutti gli operatori coinvolti nel progetto».

  1. Era ora , una tante idee (funzionali ed a basso costo) per cui basta copiare coin buon senso, certo che se manca il buon senso… costa tutto!
    Sicuramente un caso che rimarrà unico anche per la gestione della sindacalessa del popolo con tripla casa “popolare” e amica dei costruttori e potenti in generale, dopo il flop dei vaccini ed il magna magna che vi è stato avranno imparato la lezione? No, rimarrà un caso isolato.

  2. Ma i medici della mutua o di base , visto che vengono pagati per ogni mutuato iscritto con loro ( con anche i morti), che lo visitino o meno, che si stanno a fare? solo per prendere soldi? Prendono circa 5 euro al giorno per ogni mutuato, ne hanno circa 2/3000 cad (compresi i morti e i trasferiti che si gurdano bene di cancellare dai loro file. E allora perche’ non si sensibilizzano a fare il loro dovere e mestiere? vi8sto che sono ben pagati? Questo e’ uno degli aspetti dell’abnorme spesa medica, invece di chiudere gli ospedali. Poi tutte queste iniziative ben vengano, ma mi sembrano pleonastiche rispetto a questi titpi di problema sanitario, che per curare l’influenza o il raffreddore non serve andare all’ospedale, BASTEREBBE IL MEDICO DI FAMIGLIA E IL PROPRIO LETTO. Poi per le Unita’ coronariche, i centri oncologici, la Chirurgia ecc non ci sono le piu’ elementari strutture? A polveri ma per favore! stai come sempre buttando ipocritamente fumo negli occhi, a quelli che ti hanno votato.