Indagine Eures, calano matrimoni e nascite. Record di disoccupati

16/12/2011 di
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Nel 2011 il Lazio conta quasi 6 milioni di residenti nel Lazio, di cui il 73,2% nella sola provincia di Roma, circa 4 milioni e 200 mila persone. Lo rivela il rapporto 2011 sullo stato delle Province del Lazio presentato oggi dal presidente dell’Upi Lazio Antonello Iannarilli e dal presidente dell’Eures Fabio Piacenti.

Un quinto della popolazione ha più di 64 anni mentre le nascite nell’ultimo biennio risultano in calo, segno che «la crisi e la precarietà del lavoro incidano sempre più sulle dinamiche procreative».

L’aumento della popolazione registrato nel Lazio nell’ultimo anno (+0,8%, pari ad una crescita di 46.820 abitanti rispetto al 2010), si concentra a Roma (+0,9%), Latina (+0,8%) e Viterbo (+0,7%), e soltanto marginalmente a Rieti (+0,3%) e Frosinone (+0,1%). La dinamica degli ultimi venti anni evidenzia una forte crescita dei residenti (+11,7%, pari a 600 mila unità), superiore alla dinamica nazionale (+6,8%). Gli over 64 nel Lazio nel 2010 hanno raggiunto 1.123.067 unità, pari al 19,8% della popolazione residente (20,2% in Italia), in crescita di 2,5 punti percentuali in dieci anni (erano il 17,3% nel 2000).

A livello provinciale Rieti si conferma la provincia più anziana (con il 22,7% di over 64), seguita da Viterbo (21,1%) e Roma (19,8% e 824.416 anziani). Nascite in calo nell’ultimo biennio, sia nel 2010 (-0,8%, da 54.701 a 54.277), sia nel 2009 (rispetto alle 56.755 del 2008), «evidenziando come la crisi e la precariet… del lavoro incidano sempre più sulle dinamiche procreative».

Il dato regionale è condizionato dal risultato negativo di Roma (-4,9% nel 2009 e -1,1% nel 2010, con 40.389 nati), ma la flessione più marcata si rileva a Rieti (-7,8% nel 2010 e 1.221 nascite).

E in tempi di crisi ci si sposa anche più tardi. Nel 2009 nel territorio regionale l’età media al primo matrimonio è salita a 34,2 anni per gli uomini e a 31,2 anni per le donne (33,1 e 30,1 in Italia), a fronte di valori pari a 31,3 e 28,9 anni nel 1999. Le nuove unioni matrimoniali, sostituite sempre più frequentemente da altre forme di convivenza, scendono nel 2009 a quota 20.888 (il valore più basso degli ultimi 10 anni), registrando un decremento del 6,7% rispetto al 2008 (-6,5% in Italia). Tale flessione coinvolge tutte le province, con la riduzione più consistente a Roma (-7,5%). Nel Lazio si rompe un matrimonio ogni 33 minuti.

Al calo dei matrimoni si contrappone una significativa crescita delle separazioni e dei divorzi. In termini assoluti nel Lazio nel 2009 si contano 10.360 sentenze di separazione (+3,4% rispetto al 2008, a fronte di +2,1% in Italia) e 5.375 divorzi (+4,8%, a fronte di +0,2% nazionale), pari complessivamente a 75,3 separazioni o divorzi ogni 100 matrimoni (60,9 in Italia).

«Record disoccupazione» nel Lazio. Nel 2010 i senza lavoro sono giunti a quota 232 mila, + 11,3% rispetto al 2009. A rivelarlo è il rapporto sullo stato delle Province del Lazio presentato oggi. La disoccupazione è in forte aumento a Frosinone (+30,4%) e a Roma (+13,9%), ma la situazione più drammatica, a livello regionale, è quella dei giovani. Nel 2010 il tasso di disoccupazione giovanile ha raggiunto il 31,1% (+0,5 punti percentuali rispetto al 2009), il 33,9% per la sola componente femminile. All’interno del fenomeno della disoccupazione «uno dei dati più preoccupanti è costituito dalla forte presenza della disoccupazione di lunga durata (cioè da oltre un anno), che colpisce nel Lazio nel 2010 ben 112 mila disoccupati (il 48,3% del totale), 8 mila in più rispetto al 2009 (+7,7%). Situazione non più rosea sul fronte delle imprese. A fronte di un aumento dell’offerta di lavoro, la domanda delle imprese è in contrazione: per il 2011 gli imprenditori laziali hanno infatti previsto di assumere circa 55 mila nuovi addetti, rispetto alle 62.500 unità del 2010 (-12%). Confrontando le previsioni occupazionali con la disoccupazione, che nel 2010 colpisce precisamente 231.661 individui, nella regione la capacità di assorbimento del sistema imprenditoriale Š pari al 23,7% (28,3% in Italia), in forte calo rispetto a quella dell’anno precedente (27%). Il quadro dell’occupazione femminile è invece caratterizzato da una maggiore »flessibilita«, ma, ancora, da una esclusione generalizzata dal mercato lavoro. Nel 2010 nel Lazio lo scarto tra il tassi di occupazione maschile e femminile risulta pari a ben 20,6 punti percentuali (rispettivamente 69,6% e 49%), a fronte di una differenza di 11,8 punti con riferimento alla media dei paesi UE 27. I contratti cosiddetti atipici interessano il 13,8% delle donne occupate (oltre 130 mila lavoratrici). Accanto alla disoccupazione giovanile, un fenomeno in costante crescita negli ultimi anni è quello dei Neet (Not in Employment, Education or Training), »ovvero quei giovani con età compresa tra i 15 e i 29 anni che non lavorano, non studiano e non seguono alcun percorso di formazione, entrando di fatto nella schiera dell’emarginazione socio-culturale, primo serbatoio nella formazione di aggregazioni e comportamenti devianti. Nel 2010 nel Lazio la dimensione di questo gruppo sociale ha raggiunto le 174 mila unità (+21.668 rispetto al 2009), risultando costituito per il 55,7% da diplomati, per il 12,1% da laureati e per il 32,2% da giovani con una scolarità inferiore.

Nati da genitori stranieri. «Sono 6.747 i nati nel 2009 da genitori entrambi stranieri nel Lazio, quindi senza il diritto di acquisire la cittadinanza italiana». Lo rivela il Rapporto Upi Lazio-Eures 2011 presentato oggi a Roma. Nel Lazio, invece, il numero dei bambini nati da almeno un genitore straniero risulta in fortissimo aumento, 9.582, con una crescita del 37,3% rispetto ai 6.977 del 2005 e del 152,2% rispetto ai 3.799 del 2000. Nell’anno scolastico 2009/2010 sono 64.790 gli alunni stranieri inseriti nel sistema dell’istruzione laziale (+5,1% rispetto all’anno precedente e +7,1% in Italia). Guardando agli adulti occupati, la crisi sembra colpire maggiormente «le imprese marginali degli stranieri». Sono oltre 25 mila nel Lazio gli imprenditori stranieri (5,1 ogni 100 residenti stranieri a fronte di 5,4 in Italia), in forte ridimensionamento rispetto all’anno precedente (-18,1% nel Lazio e -29,6% in Italia tra il 2008 e il 2009). Il numero più elevato di imprenditori stranieri si registra ancora a Roma (22.508), che presenta infatti il calo più contenuto tra le cinque province (-9,1% rispetto al 2008), a fronte del -74% a Frosinone, del -62,4% a Viterbo, del -39,9% a Latina e del -25,3% a Rieti.