Arrestato Michele Zagaria, due omicidi anche a Latina

07/12/2011 di
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Il boss Michele Zagaria, numero uno dei Casalesi, è stato arrestato a Casapesenna, in provincia di Caserta.

Zagaria, ammanettato dopo 15 anni di latitanza, è stato condotto negli uffici della squadra mobile di Caserta. L’arresto è stato eseguito dal dirigente della squadra mobile casertana, Angelo Morabito e dal dirigente della sezione di Casal di Principe Alessandro Tocco e dagli agenti della sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Napoli.

LA STORIA CRIMINALE, OMICIDI ANCHE A LATINA. L’ultimo grande superlatitante dei casalesi, Michele Zagaria, finito in manette stamani in un bunker di Casapesenna, per la camorra è da sempre noto come ‘Capastortà, per gli investigatori, invece, un fantasma inseguito per 16 lunghi anni. La mente criminale di Gomorra è nata il 21 maggio del 1958 a San Cipriano d’Aversa, un paesino nel casertano, e negli anni si trasforma, grazie alle sue capacità manageriali, nel re del cemento a livello nazionale.

I suoi interessi, negli appalti pubblici e non, partono dalla Campania per estendersi fino al Lazio, Toscana, Umbria, Abruzzo, Lombardia e, in particolare, Emilia-Romagna. Zagaria ha dimostrato di riuscire ad egemonizzare anche il territorio dell’ndrine calabresi, e il suo business, stimato in un impero di milioni di euro, si estende, oltre al settore edile, al giro della droga, delle estorsioni e al controllo degli appalti.

Il 19 giugno 2008, nel processo d’appello del maxiprocesso Spartacus, viene condannato alla pena dell’ergastolo, insieme ad altri componenti del clan dei Casalesi. Il 13 ottobre 2010 anche la Corte d’assise di Latina condanna “Capastorta” alla massima pena per l’omicidio di Pasquale Piccolo, ucciso il 22 luglio 1988 a Gaeta. Dopo appena due giorni dall’ultima condanna, il 15 ottobre 2010, il boss ne subisce un’altra, sempre all’ergastolo, da parte della Corte d’appello di Latina. Tante le voci e le storie che aleggiano su di lui. Tra le più note, quella relativa ad una tigre che teneva serenamente al guinzaglio come si trattasse di un barboncino.

  1. ma guarda tutti sti fenomeni professori che commentano pure la notizia del gatto morto alla vicina,non si meravigliano del fatto sulla cattura del zagaria,che strano era in pratica a casa sua ma noi grazie all’intelligence della polizia dello stato in 15 anni lo abbiamo preso!!e per alleviare al popolo italiano le sofferenze passate presenti e future gli diamo questa grande notizia.a volte mi chiedo e penso che il berlusca quando disse che eravamo tutti dei c,,,,,,,,,i ………

  2. @ benito. Caro, adesso che hai esternalizzato le tue idee, devi trovare qualcuno che te le spieghi

  3. Preso il boss, ma dietro di lui ce ne sono decine e decine che spingono per prendere il suo posto. La delinquenza organizzata si può sconfiggere o dimenzionare ai minimi termini soltanto se si incomincia a fare piazza puliti dei tanti, purtroppo, delinquenti acclamati che siedono al parlamento. Questa anomalia così acclamata, è presente solo in Italia. Ci comandano i delinquenti!!!

  4. preso il boss si ne fa un altro ma cio che conta e che non saranno mai tranquilli a fare i loro loschi affare………..io direi di elogiare le forze dell’ordini per il loro impegno