Aids, Ensoli: la sperimentazione del vaccino prosegue

01/12/2011 di

In Italia ogni tre ore c’è un nuovo contagio con il virus dell’Hiv, 3 mila i nuovi casi ogni anno, ma la prevenzione arranca e ci si sottopone in ritardo al test. E non mancano le discriminazioni sul lavoro che vengono segnalate alla commissione nazionale Aids tanto che da quest’ultima sta per arrivare ad una nota da inviare alle associazioni che rappresentano le categorie professionali in modo da richiamarle contro queste violazioni di legge.

Il vicepresidente della Commissioni Nazionale Aids, Mauro Moroni, in occasione della conferenza stampa al ministero della Salute per la presentazione dei nuovi dati sull’infezione in vista della celebrazione della giornata mondiale contro l’Aids del primo dicembre, ha spiegato che si tratta di un problema sommerso. «Ci sono stati veri e propri bandi che prevedono l’esecuzione dei test ed esami di laboratorio fatti abusivamente – ha spiegato – la commissione sta lavorando per arrivare ad una nota interministeriale da inviare alle associazioni che rappresentano le categorie professionali in modo da richiamarle contro queste violazioni di legge».

Difficile quantificarle in quanto le vittime spesso non denunciano il fatto che però arriva agli organismi istituzionali attraverso le segnalazioni delle associazioni. Nel 2010 la maggioranza delle nuove infezioni è attribuibile a contatti sessuali non protetti, che costituiscono l’80,7% di tutte le segnalazioni. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2010 hanno un’età mediana di 39 anni, per i maschi e di 35 anni per le femmine. Oltre un terzo delle persone con una nuova diagnosi di HIV viene diagnosticato in fase avanzata di malattia, proprio perchè non ha fatto il test per verificare la sieropositività, e presenta una rilevante compromissione del sistema immunitario.

Queste persone che scoprono di essere HIV positive in ritardo hanno mediamente più di 40 anni di età, hanno contratto l’infezione prevalentemente attraverso contatti eterosessuali, e sono più spesso stranieri. Il ministero della salute, con una campagna organizzata nei pochi giorni a disposizione dalla composizione del nuovo governo, ha dedicato il messaggio di quest’anno proprio alla diagnosi: «non abbassare la guardia, fai il test».

Un messaggio che non poteva sollevare qualche polemica fra le associazioni come la Lila e come il Network delle Persone Sieropositive, sulla necessità invece di puntare su una comunicazione che punta a prevenire anche il contagio, indicando il condom come strumento utile.

Intanto la ricerca va avanti: sono già cominciati gli arruolamenti per i 50 volontari che si sottoporranno alla sperimentazione di un vaccino preventivo composto dal vaccino Tat e da Envelod, ha annunciato la direttrice del centro nazionale Aids dell’Istituto superiore di Sanità, la pontina Barbara Ensoli.

La sperimentazione avverrà utilizzando le proteine ricombinanti di Hiv-1Tat biologicamente attiva, ed Env v2 Deleta, in volontari sani, adulti, non infettati dal virus Hiv. I centri coinvolti saranno il policlinico di Modena, l’Ifo-San Gallicano di Roma e il vecchio ospedale San Gerardo di Monza. Ensoli ha anche fatto sapere che prosegue «molto bene» la sperimentazione del vaccino terapeutico Tap, per il quale si sta completando la fase due.

A BERLINO UN LOCALE PER HIV POSITIVI. Qui dentro te lo dicono alle prime battute, quasi presentandosi: «Io sono positivo». Oppure, «io sono negativo». Davanti al bancone, chiedendo una birra alla spina, il mondo si divide fra chi ha contratto l’Aids e chi no. ‘Cafè PositHiv’ è il locale in cui da 21 anni si incontrano persone malate di immunodeficienza acquisita a Berlino, per vivere un pò come tutti gli altri. Per sentirsi meno soli. C’è un pianoforte, il divano, tavolini e sedie di legno, le candele dell’avvento, il vischio di Natale. Dalla strada sembra un posto anonimo, le insegne non vogliono richiamare l’attenzione, anche se chiunque passi per la Buelow Strasse a Schoeneberg, e voglia entrare al numero 6, è benvenuto. Dentro, invece, è un caffè molto accogliente, arredato con grazia toccante. E avvolto da un’inevitabile malinconia. Perchè il confine fra salute e malattia, fra la vita e la morte, è la ragion d’essere di questo posto. E chi ci viene lo sa. Al centro della saletta, fra i pochi clienti del primo pomeriggio, la sedia a rotelle vuota di un uomo molto pallido e molto magro, che siede però al tavolino. Gli serve qualcosa da bere Stefan, che lavora qui da due anni. «Siamo una ventina, lavoriamo come volontari e il caffè è gestito da un’associazione, l’Aids Hilfe di Berlino – racconta il barista – Fu fondato da una persona malata di Aids, che voleva rendersi utile negli ultimi anni di vita». «Sono anch’io positivo», dice subito dopo. Chi era Uwe, il ragazzo della foto accanto alla vetrina del cheesecake.«Lavorava con noi, è morto 4 settimane fa. Perciò la candela e la foto», risponde senza fare una piega. All’ingresso, una parete ricorda tutti i clienti che non ci sono più. «Ne sono morti 7 o 8, da quando sono arrivato io». Come è arrivato qui Stefan? «Quando è morto il mio ragazzo. Di cancro però, lui era negativo. Ho sentito parlare di questo posto, e ci sono venuto. Mi è piaciuto e ho chiesto di poter restare. Mi hanno tenuto». Cafè PositHiv è aperto cinque giorni su sei, dalle 13 alle 23 il mercoledì, quando viene offerto anche il pranzo. Dalle 15 gli altri giorni. Sarà aperto a Natale, alla vigilia, e a San Silvestro. Perchè chi viene qui «in genere non ha famiglia, sono tutte persone sole». «Abbiamo una quindicina di clienti fissi – racconta ancora Stefan – Per lo più positivi. Ma c’è anche qualche eccezione», dice indicando un tavolo di donne, «vengono qui ogni settimana». Una regola vale per tutti: si paga pochissimo. C’è una tv, anzi due. Il computer, un ventilatore e un proiettore. Dei fari da discoteca. Libri. Piatti di ogni tipo: «Sono loro a decidere cosa mangiare, l’unica precauzione nel menù è che evitiamo il piccante». Non solo. C’è un medico: viene ogni ultimo mercoledì del mese. «Dà consigli, scrive le ricette». C’è un piccolo consultorio. Ci sono decine di numeri di telefono, volantini, manifesti pubblicitari per orientare chi ha l’Aids sulla strada giusta. E poi un corso di arte, serate di musica e cabaret. Stasera, sono attese una settantina di persone: il corteo funebre in memoria delle vittime dell’Aids per la giornata mondiale dedicata alla malattia, si ferma qui. Reiner si siede al pianoforte. «Facevo il ballerino», dice prima di suonare ‘ò sole miò, e riempirlo di trilli fino a farne un pezzo suo. «Sono negativo – aggiunge -. Ho ballato in tutti i teatri d’Opera di Berlino. Vengo qui perché mi piace. È un gran posto. Chi è positivo viene aiutato e indirizzato. Tutti dovrebbero sostenere questo Caffè. Anche i negativi».

  1. La dott.ssa Ensoli ci spieghi gentilmente una serie di punti

    Numero 1: molto strano che per un vaccino che doveva essere scoperto nel 1986, come dichiarato in conferenza stampa da Gallo e l’allora segretaria al ministero della salute US, siano passati 25 anni.

    Numero 2: siamo ancora in attesa che qualcuno ci mostri la ricerca scientifica, nei suoi dettagli clinici e sperimentali, che avrebbe portato Gallo a scoprire il virus HIV. Non è mai stata vista, e quei famosi 4 Articoli pubblicati su Science non dimostrano nulla. 37 scienziati nel mondo hanno chiesto a Science di ritirarlo.

    Numero 3: l’assunzione di farmaci antiretrovirali crea la stessa sintomatologia che chiamano AIDS; l’AZT è un vecchio farmaco di tossicità inaudita che era stato inventato per la cura del cancro.
    Numero 4: le statistiche disconfermano la “temibile pandemia” che avrebbe dovuto decimare il mondo, soprattutto l’Africa (la popolazione è quasi raddoppiata in negli ultimi decenni);
    Numero 4: perchè per tutti gli altri virus (mononucleosi, citomealovirus, epatie a e b) la presenza di anticorpi segnala l’immunizzazione dall’agente patogeno, e SOLO in questo caso (da milioni di dollari) indica invece che sei destinato a morire dopo un numero di anni imprecisati? Questo retrovirus HIV ha poteri paranormali allora….

    Numero 5: fatti non parole. Quando si chiedono i fatti, nessuno risponde.
    Sapete che i 3 test usati per diagnosticare “l’infezione da Hiv”, Elisa, Western Blot e PCR hanno nel kit un bugiardino che è coperto da segreto governativo? E sapete cosa viene dichiarato dagli stessi produttori al suo interno:
    “A tutt’oggi (2009) non esiste uno standard per accertare la presenza o l’assenza del virus hiv-1 e hiv-2 nel sangue umano”. Dunque? se voi prendete un antibiotico per la polmonite, vi nascondono il bugiardino, e se poi riuscite ad accederci e leggete “ma questo principio attivo non cura la polmonite”, cosa pensereste.

    La dr. Ensoli è una dipendente del Governo Italiano. Ci dia le prove di quello che noi ricercatori, e siamo in molti, chiediamo da decenni. Non le false prove di un vaccino che rimangono, stranamente, sempre inconcluse. Ma chiedono fondi…. Fare uno più uno?

    Informatevi, non prendete per certo quello sentite dire dalle istituzioni. Il denaro è più forte della verità, e nella storia gli esempi non mancano.
    Guardate questo video: http://www.youtube.com/watch?v=kOHFDQob9iU

  2. Grande ENSOLI da Latina! Sono questi sono i Cittadini per i quali ci dovremmo tutti compiacere ed essere fieri di essere Italiani. Non per le scempiaggini e le ruberie di pochi imbecilli, che anche se ricchi e potenti, restano sempre degli esempi da cancellare anche a livello culturale.