Patto Lazio Sicuro, un nuovo modello per combattere la criminalità

28/11/2011 di
renata-polverini

La sicurezza del Lazio porta da oggi la firma di due donne: il neoministro Anna Maria Cancellieri e la governatrice Renata Polverini, che con i cinque prefetti delle province laziali hanno sottoscritto oggi al Viminale il Patto per il Lazio Sicuro.

Uno strumento rivolto alle quattro province ‘esternè, perchè per Roma, hanno annunciato, partirà a giorni un Patto ad hoc, finanziato con un milione di euro. E un milione di euro l’anno vale anche il Patto siglato oggi, che, sotto il coordinamento del prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, prevede ogni sei mesi incontri di verifica.

Nel Patto è previsto che le prefetture di Rieti, Latina, Frosinone e Viterbo si impegnino in azioni mirate al maggior controllo del territorio, al potenziamento dei dispositivi di prevenzione e repressione dei reati, alla riduzione della criminalità diffusa, grazie a dotazioni aggiuntive, più controlli su chi guida sotto l’effetto di sostanze psicotrope e nuove tecnologie.

«È una grande soddisfazione – ha commentato il ministro Cancellieri, alla presenza tra gli altri del capo della Polizia Antonio Manganelli – che uno dei miei primi atti sia questo. L’accordo con il Lazio apre la strada a patti con le altre Regioni. Si tratta – ha aggiunto – di uno strumento efficace che va nel senso di lavorare tutti insieme: ognuno porta un tassello per migliorare la qualità della vita». E di «grande rispetto e collaborazione istituzionale» ha parlato anche il prefetto Pecoraro. Presto però si parlerà anche dello specifico di Roma, e dei fenomeni di criminalità della Capitale. È questione di giorni, e il ministro è pronto: «Sono fenomeni – ha aggiunto – che preoccupano: non sono nuovi, l’attenzione è alta e non c’è sottovalutazione. Questi fenomeni di criminalità richiedono attenta ponderazione e noi lavoreremo intensamente: vogliamo che la gente lo sappia».

«Oggi – ha aggiunto Polverini – nasce un nuovo modo di rapportarsi con la sicurezza grazie a una filiera istituzionale in grado di dare risposte importanti. Il Patto è il sigillo a un lavoro avviato con le prefetture sin dall’inizio della mia legislatura, e ho voluto un assessorato alla Sicurezza perchè è una delle priorità per le prossime generazioni. Questa – ha detto ancora riferendosi alle infiltrazioni mafiose nel Pontino e nel Frusinate – è una Regione con problemi antichi e moderni da risolvere. Da parte delle forze dell’ordine – ha concluso – abbiamo in particolare richieste di rinnovo di parco auto e di implementazione delle nuove tecnologie».

  1. Fantastico!!! Ora si daranno due nuove auto alle Forze dell’ordine, si installeranno con profumati appalti alcuni impianti di videosorveglianza, i colpevoli dei reati saranno assicurati alla giustizia e usciranno dopo 1/2 giorni, insomma più sicurezza per tutti!!..Ma per carità non sarebbe meglio far rispettare quello che già esiste? Ci sono delle ordinanze che vietano il consumo di alcol in Piazza santa Maria Goretti, completamemte ignorate, ora regno di spacciatori a pochi metri dal Comune e dalla Questura…mille esposti…zero risultati, anzi doppio zero come la farina…Che Tristezza!!!

  2. In ossequio al principio dell’ etica della responsabilita’ i rappresentanti istituzionali sono obbligati ad agire per contrastare fenomeni costituenti criticita’ sistemiche, qual’ e’ la criminalita’ organizzata. Continuare a fare proclami manifestando buoni propositi, e’ pura propaganda da esplicitare in campagna elettorale. Agire effettivamente vuol dire stigmatizzare gli atteggiamenti negazionisti, rispetto al fenomeno criminalita’ organizzata, di presidenti di provincia e senatori, ma questo presuppone un approccio culturale informato a criteri di tutela degli interessi generali, quindi agli antipodi con i principi valoriali di riferimento della Polverini, che giuro’ pubblicamente per tutelare l’ oligarchia plutocratica. O no?

  3. Non e’ vero quello che dite! Le riforme in Italia si fanno ec come… una volta c’erano gli spazzini (sostantivo non molto elegante) si e’ fattaq la riforma ed ora si chiamano “collaboratori Ecologici”, c’erano le serve, peraltro sostantivo quasi dispregiativo, ora si chiamano Colf. C’erano gli invalidi ora si chiamano diversamente Abili. C’erano i disoccupati ora si chiamano “Lavoratori non occupati”. Quaslcuno dice ma continuano a fare le stesse cose, Si vabbe ma vuoi metterfe con i njuovi appellativi? Non vedo perche pure per la sicurezza sociale non si possa fare altrettanto, basta parlarne spesso e i giochi sono fatti. Mlpensanti.