TRUFFATO DA UN PONTINO IL PARROCO DI UN PAESINO DI LECCE

13/12/2008 di

Il parroco di un piccolo centro della provincia di Lecce ha subito un tentativo di truffa da parte di due persone, I.T., 48 anni, di Latina, e R.P., 41 anni, di Parma, entrambi residenti in provincia di Roma, che ora sono indagati a piede libero.


Il sacerdote ha presentato una denuncia alla Squadra Mobile della Questura del capoluogo salentino nei primi giorni di dicembre, riferendo che il 19 novembre R.P. si è presentato nella sua parrocchia. L’uomo ha proposto al sacerdote di effettuare dei lavori di restauro di alcuni arredi sacri, in particolare la doratura o argentatura di croci e candelieri. R.P., dopo aver consegnato al parroco un biglietto, come garanzia, si è portato via una croce affermando che l’avrebbe dorata senza alcuna spesa, al solo scopo di pubblicizzare il suo lavoro di orafo. Nei giorni successivi, la croce, che si presentava lucida e splendente, è stata riconsegnata. In quella circostanza l’indagato sarebbe riuscito a convincere il prete che il lavoro di doratura di altri arredi sacri avrebbe comportato un costo estremamente basso. Da quel giorno R.P. si è presentato in più circostanze nella parrocchia,
restituendo quanto prelevato in precedenza e ritirando altri arredi sacri da dorare e plastificare.

Il 4 dicembre, si è presentato, insieme all’altro indagato, I.T., e ha chiesto al parroco il pagamento delle dorature e argentature realizzate per un importo di 24.000 euro. Il sacerdote, spaventato per la richiesta, solo con estrema difficoltà, è riuscito ad evitare di consegnare la somma ai due, i quali avrebbero avanzato le loro pretese economiche anche con forza e con minacce non troppo velate di dar luogo «ad uno scandalo». Il prete è riuscito a sottrarsi alla richiesta solo perchè, come da consuetudine, per la spesa di somme elevate, occorreva ottenere l’assenso del Consiglio parrocchiale. Così il pagamento è
stato rimandato. Successivamente, per telefono, R.P. avrebbe ridimensionato la richiesta chiedendo il pagamento della somma di 17.000 euro senza rilascio di fattura e 24.000,00 con fattura.

Gli oggetti, lavorati dai due, sono stati fatti visionare ad un perito orafo, che ha dichiarato che per tale tipo di ripulitura e lucidatura, il prezzo equo sarebbe stato di gran lunga minore di quello richiesto dai due, motivo per cui, alla luce della querela,
la mattina dell’11 dicembre, due agenti della Squadra Mobile si sono recati nella parrocchia e lì il parroco li ha presentati rispettivamente come segretario del consiglio degli affari economici e presidente del consiglio pastorale, figure queste
realmente esistenti in ambito parrocchiale. I.T., presentatosi da solo, ha ribadito che la spesa era di 24.000 euro con rilascio di fattura e 17.000 senza, ipotizzando anche l’applicazione di una serie di sconti. Si è avviata una trattativa.

A quel punto gli agenti si sono qualificati, procedendo alla perquisizione e trovando appunti e documenti vari, tutti sequestrati.
Condotto negli uffici della Squadra Mobile, si sono accertate a suo carico precedenti per associazione per delinquere, furto, estorsione, minacce, truffa ed in particolare una denuncia risalente al 2006 per truffa ai danni di parroci attraverso la finta
ripulitura e doratura di arredi sacri, con la richiesta di somme di denaro notevoli in vari territori, compresa la città di Firenze. Anche a carico di R.P. si sono rilevati precedenti per associazione per delinquere, estorsione, truffa, falsità in scrittura
privata. Sono in corso accertamenti ulteriori, non potendo escludere che altri parroci della provincia di Lecce possano essere stati vittime dei due indagati.

 

  1. questi sono delinquenti che oltre commettere reati contro la legge umana, della Repubblica, saranno u suo tempo puniti da una Legge Divina, che oggi appare lontana e improbabile… ma che, personalmente credo, li far