Sabaudia, sul lago si naviga anzi no

17/08/2011 di
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Si naviga, anzi no. Sembra una commedia del paradosso la vicenda del Lago di Paola. Il sindaco di Sabaudia, Maurizio Lucci, ha deciso di revocare la delibera con la quale era stato avviato il progetto sperimentale che consentiva la navigazione sul lago a 50 mezzi con motore elettrico e avviava anche il servizio di taxi.

Una scelta che lo stesso primo cittadino spiega così al Messaggero: «Troppa malafede, siamo i primi a voler tutelare il lago, ma in queste condizioni preferiamo tornare indietro sulla scelta che evidentemente non è stata compresa». La delibera aveva ottenuto il parere favorevole, sia pure con delle prescrizioni, anche del Parco nazionale del Circeo. Le critiche mosse dagli ambientalisti e dal Pd hanno fatto tornare l’amministrazione sui propri passi. Una situazione che si trascina da decenni e che non sembra vedere la parola fine.

«Dopo l’ennesimo clamore suscitato dalla delibera di giunta numero 89 dello scorso 6 luglio, in cui si approvava una proposta di sperimentazione dell’uso delle acque lacustri di Sabaudia per la stagione estiva sino al 30 settembre e dal successivo nulla osta con prescrizioni della stessa sperimentazione da parte dell’Ente Parco, mi vedo costretto a rinunciare, in accordo con il presidente del Parco Gaetano Benedetto, a tale iniziativa poiché il clima di sospetti e di malafede che si è generato non ci permette di lavorare in maniera costruttiva» dichiara Maurizio Lucci. La sperimentazione prevedeva che potessero circolare sul bacino lacustre 50 imbarcazioni con motore elettrico per spostarsi dalle residenze del proprietari delle stesse al mare, ad una velocità di 3 nodi orari e dava il via libera a 3 taxi da dislocare in punti di approdo che sarebbero stati definiti dal Comune. «Sono davvero amareggiato per alcune posizioni distorte e piene di livore che ha generato questa proposta di sperimentazione dell’uso delle acque lacustri del nostro lago, pertanto ho deciso di rimandare il tutto alla pianificazione futura che sarà parte integrante del piano d’assetto del Parco – prosegue il primo cittadino – Comunque, ribadisco anche io, come aveva fatto già il presidente del Parco, che non si voleva creare nessuno stravolgimento normativo, né tanto meno forzature istituzionali. La sperimentazione nasceva dalla volontà di regolamentare, in pieno rispetto delle direttive comunitarie, alcune attività in deroga quali il ripristino del trasporto pubblico con motore a scoppio, i cosiddetti taxi d’acqua, utilizzando i pontili che esistono praticamente sin dalla fondazione della città: Belvedere, Sorresca, attracchi dei gruppi sportivi. Ci siamo forse dimenticati del barcone che esercitava il trasporto prima della costruzione del ponte Giovanni XXIII?».

Secondo il sindaco le associazioni sportive «avrebbero avuto, ovviamente, la maggiore considerazione nella quota dei 50 permessi» e che la «sperimentazione teneva conto del regolamento stralcio approvato in consiglio comunale nel 2009».

  1. A SINDACHE? MA SECONDO TE CHE C’AVEMO SCRITTO “GIOCONDO” IN FRONTE?

  2. ma la natura non può essere un santuario! Dev’essere vissuta da tutti con le adeguate accortezze, precludere luoghi naturali così belli significa imbarbarire le giovani generazioni, invece di farle avvicinare alle bellezze naturali educandole al rispetto con un corretta fruizione si fa l’esatto contrario?
    Ma quale danno potevano portare 50 imbarcazioni a remi o con il motore elettrico?

    Questo sciocche diatribe tra Enti statali e presunti proprietari fanno capire il preoccupante degrado intellettuale della classe politica e dirigente che ci sta portando ad un lento ed inesorabile declino….. si salvi chi può!