SCUOLE A LUTTO CONTRO LA RIFORMA GELMINI

09/09/2008 di

Le scuole di Roma e alcuni istituti di Latina e provincia si vestono a lutto contro la riforma Gelmini. Il ritorno al maestro unico, così come i tagli ai fondi per la scuola pubblica, hanno scatenato le proteste dei docenti di quasi quaranta istituti, la maggior parte elementari, riuniti in coordinamento per organizzare una forma di protesta efficace ed impedire che il decreto venga convertito in legge.


Da qui l’idea, fortemente simbolica, di raccogliere l’invito dei sindacati di categoria e presentarsi il 15 settembre, primo giorno di scuola, con un nastro nero legato al braccio e l’ esposizione di drappi neri in segno di lutto per «la fine del nostro sistema scolastico», spiegano gli aderenti al coordinamento. A reggere le file della protesta è la scuola elementare romana  Iqbal Masih, che deve il suo nome al bambino pakistano simbolo della rivolta contro il lavoro minorile. È qui, in un istituto che ha fatto dell’integrazione la propria bandiera, che si è riunito per la prima volta il coordinamento genitori-insegnanti in difesa della pluralità docente. Tra le scuole elementari romane, quelle colpite direttamente dalla decisione di reintrodurre il maestro unico, hanno dato la propria adesione 25 istituti, circa il 13% del totale, tra cui la Gandhi e la Marconi, solo per citarne un paio. Ma partecipazione non è mancata nemmeno tra le scuole medie, sia inferiori (la D’Acquisto) che superiori (L’Itis Hertz e l’Ipssar Artusi), tra gli istituti comprensivi e, da fuori provincia, dagli istituti di Fiumicino e Latina.

 

«La riforma voluta dal ministro Mariastella Gelmini – ha spiegato Paola Arduini, insegnante presso la Iqbal Masih – è un attacco in piena regola, è l’inizio dello smantellamento del servizio fin qui offerto. Il ministro continua a parlare di tempo pieno in termini di ore, noi invece parliamo di tempo pieno in termini di cosa da fare in quelle ore. È questo che preoccupa tutti, la riduzione delle possibilità. Se la riforma dovesse essere convertita in legge, sarebbe la fine di un sistema scolastico che è apprezzato ovunque nel mondo». È per questo che gli insegnanti della Iqbal Masih hanno pensato ad un’azione fortemente simbolica per contrastare la riforma: lunedì, alla ripresa dell’anno scolastico, occuperanno l’istituto, assicurando regolarmente le lezioni durante la mattina ed organizzando attività di laboratorio e di sensibilizzazione nel pomeriggio. Le circa 40 scuole che hanno dato assenso alla protesta – «ma le adesioni potranno continuare ad arrivare nei prossimi giorni attraverso il nostro sito», spiega la dirigente scolastica dell’Iqbal Masiq Simonetta Salacone – porteranno avanti, oltre all’iniziativa del nastro nero legato al braccio, anche una raccolta di firme da inviare al ministro «in difesa della pluralità docente nella scuola elementare». «Certo, non siamo agitatori di professione – conclude la Salacone – ma il ritorno al maestro unico comporterà l’ affermarsi di un modello di scuola autoritario, in cui decade l’integrazione dei saperi. Dobbiamo impedirlo».

 

  1. … razzismo, persecuzione, ecc…. fino al maestro unico, padre padrone in classe. Io con i miei 60 anni so che cosa era quella scuola.