PREFETTO FRATTASI: “NOI IN PRIMA LINEA PER LA SICUREZZA”

04/09/2008 di

Il Prefetto interviene sulla questione criminalità con una lettera aperta.


di BRUNO FRATTASI *

All’indomani della riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica avverto l’esigenza di tornare nuovamente sui contenuti del lungo comunicato con il quale ho illustrato gli esiti della riunione.
Giustamente il Suo giornale oggi mette in rilievo che non basta la flessione numerica dei reati perché il cittadino possa sentirsi più sicuro. E’ necessario che ciò venga accompagnato da una serie di azioni e misure, non esclusivamente di polizia, che servano a segnare meglio i limiti che separano, come è stato detto da alcuni sociologi che recentemente si sono occupati del tema della sicurezza urbana, la parte controllabile della città, e quindi sicura, da quella incontrollabile o poco controllabile, e dunque, meno sicura o addirittura insicura. Dopo aver meglio demarcato tale forma di confine, che a volte corrisponde a una delimitazione anche fisica di quartieri o vie dei vari contesti urbani, occorrerà fare in modo che la parte più grande delle nostre città venga progressivamente guadagnata dall’area della sicurezza, sottraendola all’altra.
Per motivi legati alla differente sensibilità con la quale le città vivono attualmente il tema della sicurezza il punto di confine tra le due aree sembra diventare sempre meno preciso, o, se vuole, sempre più approssimativa la distanza tra l’una e l’altra delle due zone.


Ciò fa sì che cresca la percezione di insicurezza in quanto, essendo divenuto più difficile distinguere tra le due aree e, pertanto, avere ben chiaro dove stia il punto di differenza, crescono preoccupazioni, paure, angosce, di cui bisogna in ogni caso farsi carico parlando un linguaggio semplice e diretto. Come appunto occorre fare con ogni persona che esprima un timore in parte alimentato da fattori anche esterni all’effettiva portata e consistenza della minaccia.
Ora da questo punto di vista potrà capire come sia decisivo e delicato il ruolo degli organi di informazione, dovendo coniugare il diritto/dovere di cronaca con un atteggiamento di informazione responsabile nei confronti delle comunità locali.
L’episodio di via Saffi è emblematico della “crisi di nervi” di cui rischia di essere preda la nostra Latina se lasciamo sedimentare, sul fondo dell’opinione pubbblica, la convinzione, sbagliata, che la città sia abbandonata a se stessa.
Certamente le Istituzioni, in prima linea quelle che hanno il compito di garantire la sicurezza, continueranno a impegnarsi strenuamente per contrastare ogni forma di crimine. Non attraverso proclami, come spero non venga percepita questa mia lettera, ma con serietà e la costanza di un lavoro quotidiano, mantenendo saldezza di nervi e lucidità di analisi.
(* Prefetto di Latina, Il Messaggero 04-09-2008)