Agguato a Zof, sette arresti nel clan Di Silvio-Ciarelli

23/05/2011 di
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Sette ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP presso il Tribunale di Latina nei confronti del clan Di Silvio-Ciarelli per il tentato omicidio di Alessandro Zof.

Gli arrestati devono rispondere dei reati di tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi da sparo, danneggiamento, incendio e minacce gravi. Le indagini secondo la Polizia sono suffragate da riscontri chiari emersi da una serie di intercettazioni telefoniche ad ambientali con conversazioni intercorse tra gli indagati nel loro tipico idioma Rom, hanno consentito di far piena luce, individuando tutti i responsabili, sul tentato omicidio avvenuto a Latina il 7 aprile del 2010 ai danni di ZOF Alessandro. ma non è tutto: preziosi elementi di prova sono emersi a carico di personaggi delle famiglie Ciarelli e Di Silvio in relazione ad altri reati: danneggiamento aggravato, incendio, minacce gravi e porto e detenzione illegale di armi da sparo.

I LEGAMI TRA I CLAN – “Confermiamo – spiegano gli investigatori – la collaborazione e  la forza dei due clan, uniti dallo stesso modo di agire e spesso dai medesimi obiettivi”. Oltre alla gambizzazione di Zof, le indagini riguardano anche la “fuitina” che aveva visto protagonisti due minorenni e che scatenò una lotta tra famiglie per “difendere” l’onore della ragazzina fuggito con il fidanzato. In quel caso furono esplosi 20 colpi di pistola contro l’abitazione dei genitori del ragazzo, in Via Epitaffio, e fu anche incendiata l’auto di famiglia.

GLI ARRESTATI – In manette sono finiti Christian Liuzzi, D. S. F., sottoposta agli arresti domiciliari; Armando Di Silvio, Giuseppe Di Silvio, classe 66, Giuseppe Di Silvio, classe 1988, Samuele Di Silvio, Ferdinando Ciarelli, Antonio Ciarelli, ai domiciliari.

LE ARMI – “Le investigazioni – spiega la Questura – che hanno permesso di eseguire gli arresti hanno consentito di recuperare le armi usate per il tentato omicidio di Alessandro Zof, per il quale è già stato tratto in arresto Ferdinando Pupetto Di Silvio, nato a Latina il nell’89, per tale fatto già rinviato a giudizio, nonché acquisire elementi da indagini tecniche e scientifiche, che hanno evidenziato tracce biologiche degli indagati proprio sulle suddette armi. Inoltre è stato evidenziato ancora una volta il legame tra le due famiglie rom, intenzionate a sottomettere tutta la città ai loro traffici illeciti. Le investigazioni hanno consentito altresì di sottolineare i tentativi degli indagati di intimidire i testimoni per consentire loro, come purtroppo successo in passato, di evitare poi la condanna, utilizzando testimonianze alterate dalle minacce”.

  1. bene, la giustizia condanni tutti coloro che hanno reso questa città invivibile,speriamo che con questa nuova amministrazione non si ricaschi negli errori mostruosi del passato e si tagli una volta per tutte questa complicità tra malavita e poteri. è ora che i citadini onesti siano protetti e si sentano parte della comunità e non il contrario!

  2. lo spero proprio.. ora che il consiglio comunale e’ tutto nuovo!!!

  3. Di Giorgi fai una cosa di destra, togli le case popolari ai Di Silvio.
    Aspetto una sua gradita risposta.

  4. Vi state anche dimenticando che gli zingari attaccavano i manifesti a Di Giorgi, quindi…..se tanto mi dà tanto….

  5. x favore latina 24 ore ci aggionate su questa notizia vogliamo vedere i nomi e le foto degli arrestati

  6. x favore aggiornateli senno la notte non dormono questi impiccioni di latina!fategli gli affari vostri pensate alle vostre vite!!!tanto che state qua a giudica senza nemmeno sapere

  7. vorrei vedere a voi in certe situazioni se fosse capitato a voi non avreste fatto i profeti qua sopra!!tacete dai