FAZZONE INCONTRA IL GIUDICE PER AVERE “INFORMAZIONI”, E’ BUFERA

28/05/2008 di
di MARCO CUSUMANO *
 
Il senatore, Claudio Fazzone, va in tribunale per incontrare il giudice, Giuseppe Cario, che si sta occupando del sequestro per abusivismo del campeggio “Holiday Village” di Fondi. Una “visita” che provoca un terremoto, tanto che la sezione di Latina dell’Anm (Associazione Nazionale Magistrati) si riunisce per discutere dell’episodio.

 
Claudio FazzoneIeri pomeriggio i magistrati pontini, dopo un’ora di riunione, hanno approvato un documento che è stato immediatamente inviato al Csm, al presidente della Corte d’Appello, alla Procura generale e alla sede nazionale dell’Anm. Il documento, che per volontà dei magistrati non è stato inviato alla stampa nonostante l’esplicita richiesta, stigmatizza la visita di Fazzone a Cario segnalando il caso alle autorità competenti.
 
Fazzone però non ci sta: «Sono semplicemente andato in tribunale per incontrare il giudice Cario, che oltretutto non conoscevo. Ho suonato al campanello, lui mi ha aperto, sono entrato e abbiamo parlato per circa tre minuti. Il tempo di chiedere informazioni sul sequestro del campeggio, per sapere se era possibile ottenere un dissequestro almeno per la stagione estiva visto che in quella struttura lavorano tanti padri di famiglia. Tutto qui. E’ stata una conversazione tranquillissima e cordiale. Penso che qualsiasi cittadino possa andare a chiedere una semplice informazione, figuriamoci se non può farlo un rappresentante politico eletto dal popolo. Sono davvero stupito di tanto clamore, vorrei che mi spiegassero cosa è successo di tanto grave. Dopo la breve visita al giudice Cario, sono andato a salutare il presidente del Tribunale, Bruno Raponi, e poi sono andato via. Questi sono i fatti. Evidentemente qualcuno ha voluto ricamarci sopra un attacco personale che proprio non comprendo. Ogni sera i lavoratori di quella struttura mi chiedono come stanno le cose, io ho semplicemente girato la domanda al giudice che mi ha risposto dicendo che gli atti sono passati al pubblico ministero e che quindi lui non ne sa nulla».
 
Una semplice richiesta di informazioni, come sostiene Fazzone, che sta provocando reazioni molto dure. Oltre al documento approvato dall’Anm e inviato a Roma, interviene anche Luisa Laurelli, presidente della commissione sicurezza della Regione: «E’ un’indebita pressione politica sull’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Nel clima avvelenato di Fondi, Comune al centro di una procedura ispettiva antimafia, questi fatti devono indurre la politica tutta ad agire con trasparenza e nel rispetto delle regole. Pressioni, sollecitazioni nei confronti della magistratura e della prefettura sono comportamenti da condannare e stigmatizzare. Auspico che il Consiglio superiore della magistratura e le istituzioni competenti facciano chiarezza su questa gravissima vicenda». «Spero intervenga anche il Consiglio forense – commenta Giulio Vasaturo dell’Osservatorio per la sicurezza e la legalità della Regione – Intollerabile la tracotanza di chi vuole condizionare la giustizia nella provincia pontina». (* Il Messaggero, 28-05-2008)
 
 
I PRECEDENTI – DA BIANCHI A FONDI, GLI ALTRI CASI
 
Altro che “fare sistema” e clima di rispetto istituzionale. Ogni volta che qualcosa non quadra scoppia il caso. E’ stato così con il lungo dossier che il presidente della Provincia, Armando Cusani, ha realizzato e spedito al Consiglio di Stato. Un documento pieno di “veleni” nei confronti dell’ex presidente del Tar, Franco Bianchi, in un primo momento smentito ma del quale poi il presidente si è assunto la responsabilità. Risultato? Bianchi è finito in Piemonte per un trasferimento che era previsto da tempo ma nel frattempo si è astenuto dal prendere decisioni su questioni come quella, ad esempio, di Acqualatina.
 
Scatta l’indagine su Acqualatina con conseguenti arresti? Il presidente della società, Claudio Fazzone, si limita a poche dichiarazioni di circostanza ma quando il Riesame scarcera tutti l’ufficio comunicazione si prodiga per far conoscere la decisione che “demolisce” l’indagine e non mancano dure prese di posizione degli amministratori coinvolti nei confronti del Procuratore Mancini che aveva criticato il Riesame.
Poi c’è la vicenda della nomina della commissione d’accesso al Comune di Fondi. Accolta a braccia aperte ma contro la quale poi non solo è stato presentato ricorso al Tar ma dopo le elezioni il sindaco, Luigi Parisella, ha detto chiaramente che il 65% ottenuto dalla sua coalizione era la risposta all’iniziativa del prefetto Bruno Frattasi.