TERRACINA, IL “RIFUGIO” DI ALDO MORO

07/05/2008 di

Una passeggiata nel nucleo medievale sul pendio del colle fino al Tempio di Giove Anxur, un’altra nella parte moderna della città, in riva al mare: Aldo Moro smaltiva spesso a Terracina, nella parte più meridionale della pianura pontina, le sue fatiche.

 

 
Tra lo statista ucciso dalle Brigate Rosse e la città tirrenica si era determinato, negli anni, un rapporto speciale, che sarà rievocato in municipio, in una solenne commemorazione, il 9 maggio, ricorrenza del trentesimo anniversario del ritrovamento del cadavere di Moro. 
 
Il ricordo di quel «rapporto davvero speciale» sarà affidato al giornalista Antonello Di Mario, studioso di Aldo Moro e autore di una recente pubblicazione sull’attività pubblicistica dell’ex presidente della Dc. «Il legame che ha unito la famiglia Moro a Terracina – racconta Di Mario all’ANSA – ebbe inizio alla fine degli anni cinquanta. Col tempo quella frequentazione si consolidò talmente che, nella primavera del 1969 al leader Dc fu conferita la cittadinanza onoraria».
 
Nell’estate del 1959 Aldo Moro, già figura di primo piano della Democrazia cristiana, affittò a Terracina un appartamento dal quale si vedeva il mare. Solo successivamente, con altri componenti della famiglia, decise di acquistare due appartamenti sul lungomare. «I Moro – ricorda Di Mario – si erano organizzati per stare tutti insieme nei pressi della spiaggia: il fratello Carlo abitava al primo piano dell’edificio al termine di viale Circe; l’ altro fratello e la sorella dello statista, Salvatore e Marina, poco distante. Moro rimaneva per ore sul balcone di casa ad ammirare il profilo del monte Circeo.
 
Tutti i giorni faceva le sue passeggiate in paese: gli piaceva ascoltare le persone che incontrava e che lo salutavano con deferenza. Non di rado di fermava su qualche panchina a leggere i quotidiani. Spesso il piccolo nipote Luca, figlio di Maria Fida, era la sua unica compagnia nelle lunghe passeggiate».  Anche a Terracina, benchè fosse in vacanza, il leader democristiano manteneva un abbigliamento rigoroso: «Un fotoservizio del 24 agosto 1972 – racconta Antonello Di Mario – lo ritraeva in giacca bianca avorio e cravatta scura, le scarpe lucide insabbiate fino al tacco, il viso disteso e sorridente. Solo successivamente fu fotografato mentre andava in spiaggia con maglia e calzoncini corti».
 
L’ultima volta che Moro andò a Terracina, nella sua casa di vacanza, fu una decina di giorni prima del sequestro da parte delle Brigate Rosse. Durante il rapimento, le forze dell’ordine cercarono l’ostaggio anche nei pressi di Terracina. Era il 27 marzo 1978, giorno di pasquetta. L’operazione fu coordinata dal magistrato Infelisi e interessò una zona delimitata a nord da Tarquinia e a sud da Terracina. Ma di Aldo Moro non fu trovata
traccia. «Quando il successivo 9 maggio 1978 a Roma, in via Caetani, fu ritrovato il cadavere del presidente della Dc – conclude Di Mario – testimoni oculari raccontano che anche sul lungomare di Terracina molti, che a lungo avevano sperato, piansero amaramente».