CIARRAPICO “FASCISTA” CANDIDATO CON BERLUSCONI, BUFERA

10/03/2008 di
A poche ore dalla presentazione delle
liste dei candidati, scoppia nel Pdl il caso Ciarrapico.
L’editore-imprenditore romano, ex braccio destro di Giulio
Andreotti, in un’intervista a Repubblica afferma di «non aver
mai rinnegato il fascismo» ed è subito bufera.

 
Immediata la
reazione sdegnata del centrosinistra e della comunità ebraica.
Walter Veltroni spera che «si tratti di un’autocandidatura e
non di una cosa seria», mentre Fausto Bertinotti definisce
queste frasi «imbarazzanti per chi lo mette in lista,
proponendosi di governare il Paese».
 
Durissimo l’ex deportato
di Auschwitz, Piero Terracina che legge in queste parole «la
vera anima della destra italiana» e la dimostrazione che «il
fascismo non è morto ed è massicciamente presente in una delle
maggiori formazioni politiche italiane».
 
Acido anche Pier
Ferdinando Casini: «Tutto ciò conferma che il Pdl si colloca
nella destra populista».
Ma lo scontro coinvolge soprattutto il Popolo delle Libertà.
Se Paolo Bonaiuti si dice «stufo di una sinistra che pensa di
essere moralmente superiore», Fiamma Nirenstein, la nota
giornalista ebrea anche lei new entry nelle liste Pdl, annuncia
di essere «incompatibile con chi si professa ancora fascista».
 
E anche Alessandro Ruben (candidato berlusconiano, presidente
dell’Antidefamation league in Italia) vuole chiarezza.
Ma la reazione più nervosa viene dal numero due del partito,
Gianfranco Fini che prima rivela di essere estraneo alla scelta
di candidarlo, scaricando di fatto ogni responsabilità su
Berlusconi, quindi invita l’ex re delle acque minerali a
ritirarsi. «Se Ciarrapico è davvero un fascista convinto –
osserva nel pomeriggio in un gazebo a Piazza del Popolo – si
dovrebbe ritirare dalla competizione elettorale perchè fu
Mussolini a giudicare le elezioni dei ludi cartacei».
 
Pochi
minuti dopo giunge la smentita: «Il mio pensiero – spiega ‘er
Ciarrà, com’era chiamato a Roma negli anni ’80 – è stato
forzato. Ho aderito al fascismo da giovane ma ho sempre
condannato la perdita della democrazia e le leggi razziali».
Chiarimento accolto con sollievo dallo stesso Fini
(«Precisazione molto, molto, molto opportuna. Se l’avesse fatto
prima – commenta a caldo – avrebbe risparmiato a tutti le
polemiche di queste ore»), ma che non basta alla Lega: «È
opportuno che Ciarrapico – esorta Umberto Bossi – faccia un
passo indietro se non vuole danneggiare la coalizione». Invito
però subito respinto al mittente: «Bossì mi chiede di
ritirarmi? Si tratta di una sua idea personale, che non trova
motivi validi perchè io l’accolga», replica Ciarrapico.
 
Sul ‘casò, sostengono alcune fonti, si sarebbe consumato un
conflitto tutto interno al Pdl tra falchi e colombe. Stavolta,
però, a vestire i panni del duro sarebbe stato Gianni Letta, il
principale sponsor dell’operazione, forte della tesi che grazie
a questa candidatura al Senato nel Lazio il Pdl potrebbe
togliere molti voti alla Destra di Francesco Storace, consensi
preziosi per acquisire l’ambitissimo premio di maggioranza nella
regione.
 
Contro questa impostazione chi, invece, fa osservare
che un’eccessivo spostamento a destra del partito potrebbe far
pagare un prezzo alto tra l’elettorato moderato del resto del
Paese, in particolare nel Nord dove l’antifascismo resta un
valore spesso irrinunciabile.
 
Secondo alcuni, lo stesso Silvio Berlusconi non avrebbe
affatto gradito i giudizi di Ciarrapico e sarebbe stato sul
punto di chiedergli di fare un passo indietro. Ipotesi però
sfumata in favore di una soluzione di mediazione, cioè la
diffusione di una nota in cui l’imprenditore in prima persona
torna a precisare il suo pensiero, mentre conferma di essere,
alla scadenza delle 20, regolarmente in lista: «Sono un
cittadino fedele della Repubblica italiana e quindi – scrive –
della democrazia che la regola. Per quanto riguarda il passato,
come giustamente ha detto Gianfranco Fini, è qualcosa che
attiene alla memoria storica. Le leggi razziali furono una
ignominia purtroppo subita, ancora una volta mi sento onorato
del fatto che la mia famiglia abbia protetto negli anni bui del
’44 una delle più importanti famiglie israelite in Roma: questo
è ciò che conta». Ed è proprio ciò che conta per dare il
via libera definitivo alla sua candidatura, sarà il numero 11
nella lista del Lazio per il Senato della Repubblica. (ANSA)
  1. Roma – “Anche Alleanza nazionale sapeva della candidatura di Ciarrapico ed era d

  2. Ho sentito e letto molto in questi giorni sulle affermazioni di Ciarrapico. Io sto con Ciarrapico. Almeno lui non calza le vesti dell’ipocrisia, come il Fazzone o il Cusani… o peggio ancora come Fini.
    In questo Paese dove l’apparire conta p