UNA LEGGE PROTEGGE I CANDIDATI IMBRATTONI: ZERO MULTE

19/05/2007 di
Incivili e impuniti. Attaccano i manifesti ovunque,
imbrattano, magari prendono anche l’impegno solenne di non farlo più e se la
prendono – ma guarda un po’ – con i loro “attacchini”. Alla fine dopo aver
sporcato se la cavano senza una multa.

 
I candidati. C’è una legge che scagiona
chi affigge se non viene sorpreso sul fatto. Risultato? Da quando si è
svolto il vertice all’ufficio territoriale del governo e il vice prefetto
vicario Antonio Reppucci ha “richiamato” tutti all’ordine e promesso tolleranza
zero di contravvenzioni non ce ne sono state. Il problema? Gli “attacchini” sono
più veloci dei vigili urbani e degli altri appartenenti alle forze dell’ordine e
non si fanno mai cogliere sul fatto.
 
Di sera, poi, o di notte, la municipale non
c’è e ci sono ben altri controlli da fare per gli uomini della polizia e dei
carabinieri. Così il Comune, quando può, provvede a far togliere i manifesti
fuori dagli spazi ma è una battaglia persa. E purtroppo sono poche le eccezioni
di chi ha deciso di evitare le affissioni.
 
Ad esempio i Verdi, che vanno a
pulire i parchi pubblici, Rifondazione che non ha fatto manifesti, gli Italiani
nel mondo, alcuni candidati dei partiti maggiori che preferiscono una campagna
elettorale senza imbrattare.
 
A questo si aggiunge anche il
fenomeno di chi, pur entrando nella “guerra” dei manifesti, sceglie posti
singolari per mettere la sua immagine. Allora il manifesto dove lo metto? In
aree private non c’è pericolo di affissione elettorale abusiva. “Tirano” molto,
allora, gli spazi in giardini o terreni agricoli, per esempio.
 
Ammesso che uno
abbia molti amici con la villetta e lo spazio verde o tanti agricoltori disposti
a ospitare il mega manifesto del candidato, difficile immaginare che un
Calandrini, un Nasso o un Bianchi di Forza Italia – per citare quelli che ne
hanno messi di più – ma anche gli aspiranti sindaci Cirilli e Catani abbiano
avuto gratis quei terreni e tutto l’occorrente per posizionare i loro 6×3.
 
Si
parla di cifre comunque ragguardevoli, non fosse che per il noleggio dei
ponteggi che sostengono l’occorrente per affiggere i
manifesti.

Poi ci sono le “trovate” e anche le cose singolari. I
“risciò”, le “api” o i furgoni tappezzati di manifesti hanno avuto un boom, non
c’è dubbio. Gli alberi? Superati. Meglio un bello striscione tra i palazzi –
scelta che hanno fatto tra gli altri Coluzzi di An, il candidato sindaco
Flamini, l’assessore uscente Galardo che addirittura dall’ultimo piano di alcuni
immobili fa “calare” la sua pubblicità. Basta dimostrare che in quei palazzi c’è
una sede elettorale e il gioco è fatto.
 
Come spiegare, del
resto, i manifesti tra i panni stesi che fanno bella mostra all’ingresso di
Latina, via Emanuele Filiberto, e pubblicizzano il candidato della Margherita
Silvestro Messina? Deve essere una sede anche quella nella quale l’assessore ai
lavori pubblici uscente, Marino Di Girolamo, in via Fratelli Bandiera. Non si
spiega altrimenti il fatto che un esperto di costruzioni qual è il candidato di
Forza Italia abbia posizionato la sua pubblicità su un immobile che ha urgente
bisogno di ristrutturazione.
 
Se poi c’è un premio al manifesto posizionato più
in alto spetta forse ad Adinolfi di An che si trova su una cabina elettrica a
Borgo Piave. Non sarà una sede, ovvio, è un caso di affissione abusiva ma se chi
li attaccava non è stato colto sul
fatto… (G.D.G., Il Messaggero 19-05-2007)
 
  1. mah…sinceramente si sta vedendo un gran brutto spettacolo, che si ripete ad ogni scadenza elettorale, e che stavolta ha raggiunto vertici mai visti, forse a causa dl moltiplicarsi dei candidati a sindaco…
    a me vedere questi eccessi fa l’effetto contrario a quello auspicato da chi si mette in mostra!

  2. ha ragione eugenio, molti candidati sono ormai associati a un senso di fastidio per l’eccessiva esposizione. e magari uno non li vota solo per non vedere ancora una volta quel nome scritto. certo, sono voti superficiali ma a volte