Il tempo spazza via l’inchiesta sulla Metro Leggera, nessun colpevole per il flop costato milioni di euro

19/01/2021 di
vincenzo-zaccheo

Nessun colpevole per il flop milionario della Metro Leggera di Latina. Il tempo e la lentezza della giustizia hanno spazzato via tutte le ipotesi di reato contestate dalla Procura.

Il gup Valerio Savio ha dichiarato prescritti i reati contestati all’ex sindaco Vincenzo Zaccheo, all’ex dirigente del Comune Lorenzo Le Donne, ai legali rappresentanti della società Metrolatina Pierluigi Alessandri e Aldo Bevilacqua, ai legali rappresentanti della Gemmo, Irene, Mauro e Susanna Gemmo, all’avvocato Giovanni Pascone, componente della commissione giudicatrice, a Cecilia Simonetti legale rappresentante della Sacaim e all’ingegnere Vincenzo Surace, all’epoca direttore dei lavori.

L’inchiesta ipotizzava i reati di truffa aggravata, abuso d’ufficio e falso contestati a vario titolo agli indagati.

L’ACCUSA. La Procura contesta il reato di “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” (640 bis). Il Comune non avrebbe verificato la sostenibilità dell’opera, inducendo in errore il Cipe e il Ministero. Si contesta il fatto di aver previsto il contributo regionale di 6 euro a km per vettura rispetto a una stima di passeggeri pari a 14 mila unità senza elementi solidi a sostegno di tali numeri, «al di fuori di qualsiasi previo studio e anzi contraddetti» da atti successivi scrive la Procura. Il risultato è semplice: fu previsto un contributo regionale che in realtà non esisteva. Ma poi i soldi sono arrivati: 81 milioni. La convenzione fu firmata con Metrolatina, il consorzio a cui fu affidato il progetto di finanza dopo una gara andata deserta, e il Comune cominciò a pagare «il primo stato avanzamento lavori relativo alla costruzione di cinque vagoni» senza che il progetto esecutivo fosse stato approvato. La convenzione, secondo l’accusa, prevedeva «l’inizio della costruzione delle carrozze solo a partire dal dodicesimo mese dall’inizio dei lavori». Per questo l’importo di 3,6 milioni è considerato un ingiusto profitto da parte della Procura. 

UNA STORIA CONTORTA. Sul caso della metro leggera (in realtà un tram su gomma modello Translohr, attivo anche in Cina, Colombia e Francia) si è battuto per anni il comitato Metro Bugia. La vicenda inizia esattamente il 10 agosto 2004 quando Zaccheo presenta al Ministero dei Trasporti una domanda di finanziamento di 102.375.000 euro, il 60% del progetto per la realizzazione di due linee per il collegamento da Latina Scalo alle autolinee di Latina e poi dalle autolinee alla zona Q4-Q5. Il progetto viene anche inserito nel piano triennale delle opere pubbliche (2004-2006). Il progetto preliminare per la prima linea prevedeva un investimento di 92 milioni, per la seconda linea erano previsti investimenti per 47 milioni. La società Metrolatina cominciò a incassare nonostante i lavori sulla linea non fossero mai stati avviati. Nell’autunno del 2014 ci furono delle riunioni per valutare il definanziamento dell’opera che, nel frattempo aveva ottenuto dal Cipe uno stanziamento di circa 80 milioni di euro. Ma la Guardia di Finanza stava già indagando sugli intrecci da chiarire.

Ora la prescrizione ha chiuso l’intera vicenda, senza assoluzioni né condanne.