Claudio Gavillucci vince il ricorso contro l’Aia, l’avvocato: Ora deve tornare ad arbitrare

24/01/2019 di
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Per un mondo, quello arbitrale, abituato a giudicare e dirimere, la querelle tra Claudio Gavillucci e l’Aia ha il sapore del paradosso. Intanto ha dato il via a una battaglia legale con botta e riposta, ricorsi e controricorsi fra il fischietto di Latina e l’associazione di categoria che alla fine della scorsa stagione lo aveva escluso dal novero dei direttori di gara della Serie A.

Il tribunale della Figc ha adesso accolto il ricorso di Gavillucci, che aveva contestato legalmente l’esclusione decisa dall’Aia alla fine dello scorso campionato «per motivate ragioni tecniche». Una esclusione non andata giù al direttore di gara che ora si è visto dare ragione dalla corte federale e in teoria, dopo i test fisici, potrebbe anche subito tornare a disposizione del designatore Rizzoli. Ma la contesa non è finita, perché il presidente degli arbitri Marcello Nicchi da una parte prende atto e rispetta la decisione della corte, dall’altra annuncia l’intenzione di impugnare la sentenza.

L’Aia – ha fatto sapere Nicchi – così come rispetta le sentenze, «deve pari rispetto: ai suoi associati, che, con le stesse norme oggi contestate, hanno raggiunto la serie A (come Gavillucci) o sono stati avvicendati prima, accettando il verdetto del campo con le valutazioni degli osservatori arbitrali e dei designatori; al mondo del calcio, cui vuole assicurare, anche in futuro, i migliori arbitri, che siano soggetti ad una valutazione tecnica, ad una selezione meritocratica; ai valori di merito dello sport posti a base della delibera ora annullata, quali sono i due ultimi posti ed il penultimo posto conseguiti nelle graduatorie di ogni singola stagione sportiva, dal ricorrente in serie A».

Una “lettura” non condivisa dal legale di Gavillucci (l’arbitro che lo scorso maggio fermò per 3′ Sampdoria-Napoli dopo i cori vergognosi e discriminatori all’indirizzo degli azzurri e oggi ricordati nei commenti social da tanti tifosi partenopei) Gianluca Ciotti, secondo cui il suo assistito «deve tornare ad arbitrare, anche se – puntualizza a Radio Marte – “non so se glielo permetteranno. Sulla circostanza che loro facciano ricorso ho delle perplessità – prosegue il legale – e nonostante Nicchi lo abbia annunciato, l’Aia è una componente della Federazione e giuridicamente non so quanto possa essere attuabile. Se un’associazione non accetta un verdetto della Federazione ricorrendo al Coni significa porsi al di fuori di se stessi. Grazie a Gavillucci, tutti gli arbitri hanno la possibilità di conoscere la loro posizione in graduatoria e la loro media voti e infatti quest’anno hanno mandato i referti con i voti e tutti gli arbitri hanno un’idea precisa, ora c’è trasparenza”.

Quando Gavillucci tornerà in campo? “Dobbiamo aspettare che l’Aia adotti la propria posizione e proceda”, conclude Ciotti.