Nonnismo alla scuola di volo di Latina, in un video il rito sessista. Il ministro: Chi deve pagare, pagherà
«È un fatto gravissimo, ancora più grave perché riguarda una donna. C’è un’indagine in corso e chi deve pagare, pagherà». Parole del ministro della Difesa Elisabetta Trenta dopo i presunti atti di nonnismo subiti da una sergente pilota: gesti sessisti durante una sorta di rito di fine corso, il «battesimo del volo».
A denunciare tutto una allieva pilota di complemento, già mezzofondista nazionale e ormai ex allieva dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, dalla quale è stata espulsa per «insufficiente attitudine militare». Trenta – che si è detta «scandalizzata dall’ipotesi che questa cosa sia seria» – ora vuole accertare non solo fatti e responsabilità dei gravi gesti denunciati dalla giovane, ma anche capire se effettivamente la sergente non avesse requisiti e attitudine per restare in Accademia.
Per questo il ministro ha chiesto «immediati chiarimenti» all’Aeronautica, che aveva già denunciato il caso l’8 ottobre scorso «all’autorità giudiziaria competente», disponendo contestualmente un’inchiesta sommaria interna. La Forza armata, tuttavia, respinge «ogni strumentalizzazione», sottolineando che «non ammette comportamenti in qualunque modo correlabili al fenomeno del nonnismo, che al contrario condanna e persegue con fermezza». Il ministro, dal canto suo, ha ribadito che «se ci sono persone che hanno sbagliato, devono pagare. Queste cose non possono essere mai tollerate», e stavolta «per di più c’è un’aggravante» perché i fatti «riguardano una donna».
La denuncia dell’allieva pilota, veneziana di origini tedesche, è testimoniata anche da un video che riprende il rito del «battesimo del volo», una sorta di prova iniziativa alla ‘soldato Janè, il celebre film di Ridley Scott che narra il vessatorio e sessista arruolamento di una tenente (interpretata da Demi Moore) nei Navy Seal.
Il rito subìto dalla sergente avviene alla Scuola di volo di Latina il 7 aprile scorso, dopo che era diventata pilota. Nei pochi minuti di girato, probabilmente fatto da commilitoni a riprova della normalità in alcuni casi della piaga del nonnismo, Giulia si lamenta anche ripetendo «mi fate male, mi fate male», «siete brutti» e alla fine scoppia a piangere.
Tutto si svolge tra urla di incitamento, sfottò, bacio di fine corso e applauso finale per avere superato la prova. All’inizio si vede la ragazza presa dai commilitoni e colpita con pacche più o meno cameratesche e il commento «ha detto più gusto, ora ti pigli le botte».
La pilota poi viene presa e usata come un ariete, la testa viene sbattuta contro l’ala di un aereo. Il rito non è finito: la sergente infine viene gettata in piscina. Qualcuno suggerisce, «attenti al muretto». Il bagno suggella la fine del rito con tanto di una sorta di ‘bacio accademicò e strette di mano. La ragazza, si sente dal video, piange e singhiozza. I commilitoni urlano «brava, ora sei pilota».
Al rientro a Pozzuoli, dopo le proteste della sergente in riferimento a quel rito anche umiliante, sarebbero iniziate le punizioni, con tre lettere di biasimo, un rimprovero e sessanta turni di consegna, fino all’espulsione, avvenuta il 6 settembre scorso. «Il sergente ha palesato numerose mancanze nel rispetto delle vigenti regole dell’Istituto, delle norme di vita dell’Accademia, nonché di quelle impartite dal Comando», annota la Commissione permanente di attitudine.
L’avvocato della pilota, Massimo Strampelli, spiega che da quel momento viene messa in atto una sua «progressiva emarginazione» con conseguente «crollo emotivo: si è sentita umiliata». Poi l’espulsione. Sui fatti è stata aperta un’indagine da parte della Procura militare di Roma, che sta indagando. «Ci auguriamo che si possa accertare la verità – conclude – ma l’indagine si presenta complessa perché il codice militare non prevede il reato di nonnismo e quindi l’attività dei pm prenderà in esame altre fattispecie penali».