Clan Di Silvio, nuovi arresti per mafia a Latina

05/11/2018 di

Un nuovo arresto per il clan Di Silvio, attivo nella zona di Latina, è stato messo a segno dai magistrati della Dda di Roma grazie alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. L’arresto, compiuto dalle squadre mobili della Capitale e di Latina e dagli uomini dello Sco, è il seguito dell’operazione che nel giugno scorso portò all’emissione di 25 misure cautelari nella quale si ipotizzava, tra gli altri, il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.

Sempre oggi gli inquirenti hanno notificato una nuova ordinanza di custodia cautelare per cinque persone che già si trovavano agli arresti.

Il pentito è uno dei capi del clan finito in carcere a giugno e che ha cominciato a fornire elementi concreti sull’attività di spaccio e su vari episodi di estorsione. Proprio l’arrestato si sarebbe reso responsabile di una estorsione ai danni di un avvocato di Latina dal quale avrebbe ottenuto illecitamente circa tremila euro.

GLI ARRESTI. La misura riguarda Armando Di Silvio, considerato il capo del clan, sua moglie Sabina De Rosa, i figli Ferdinando Pupetto, Samuele e Gianluca, oltre a Yuri Lupparelli, quest’ultimo legato a un gruppo criminale romano dedito al traffico e allo spaccio di droga nel quartiere di Tor Bella Monaca a Roma.

Grazie a quanto rivelato dal collaboratore di giustizia, gli inquirenti hanno scoperto diversi casi di estorsioni, che il clan riusciva a compiere garantendosi il silenzio delle vittime che erano terrorizzate dalle minacce e dalle possibili ritorsioni. Emblematico il caso di un avvocato di Latina che i Di Silvio erano riusciti a far cadere nella loro trappola: facendogli credere di essere a rischio di vendetta da parte di esponenti della camorra napoletana, l’hanno convinto a farsi consegnare almeno 3mila euro. Fra le vittime anche un importante imprenditore florovivaistico costretto a consegnare rilevanti somme di denaro.

IL BLITZ. Conclusa una vasta operazione della Polizia di Stato per l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, nei confronti di sei persone legate al clan Di Silvio.

L’ordinanza costituisce un primo seguito dell’operazione Alba Pontina, eseguita nello scorso giugno dalle Squadre Mobili di Roma e Latina e dal Servizio Centrale Operativo nei confronti di 25 soggetti, alcuni dei quali indagati per associazione di tipo mafioso”.

L’operazione ha impegnato gli uomini della Squadra Mobile di Latina, della Squadra Mobile di Roma e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato. La polizia ha dato esecuzione ad una misura cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della D.D.A. di Roma.

Il procuratore Michele Prestipino, della Direzione Distrettuale Antimafia ha illustrato i dettagli dell’operazione in un incontro con la stampa a Roma.

LE REAZIONI

MATTEO SALVINI. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini commenta le operazioni delle Forze dell’ordine che hanno portato a 18 arresti e afferma: «Diciotto mafiosi arrestati tra Napoli, Roma, Latina e Bari. È successo nelle ultime ore, grazie alla Polizia di Stato: le persone finite in manette sono accusate a vario titolo di estorsione, rapina, detenzione illegale di armi, spaccio e traffico di droga. Orgoglioso delle Forze dell’Ordine che in questo modo hanno colpito i clan Minichini, Di Silvio, Strisciuglio: la mafia mi fa schifo, così le giornate cominciano bene».

BRUNO ASTORRE. “Grazie ai magistrati e alle forze dell’ordine per la decisiva operazione contro esponenti del clan Di Silvio arrestati questa mattina a Latina, e per i blitz contro i clan Minichini e Strisciuglio nelle operazioni condotte tra Napoli e Bari. Contro la mafia e la criminalità che inquinano i nostri territori l’attenzione resta altissima e le indagini sono senza sosta”. Lo scrive in una nota il senatore del Partito democratico, Bruno Astorre. “Con l’importante operazione contro il clan Di Silvio a Latina, condotta su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma, si aggiunge infatti un ulteriore tassello all’indagine ‘Alba Pontina’ del giugno scorso, che ha rivelato per la prima volta l’esistenza di un’organizzazione mafiosa autoctona diventata egemone nel territorio dopo una sanguinosa guerra tra diversi gruppi rivali. Un castello criminale costruito dagli esponenti del clan Di Silvio – conclude Astorre – che adesso è destinato a crollare”.