LA PROCURA DECAPITA ACQUALATINA

24/01/2008 di
di MARCO CUSUMANO *

Cinque anni
di inchieste, ieri la svolta. All’alba gli uomini della Guardia di
Finanza hanno bussato alle porte di sei persone. Non sono persone
qualsiasi, né comuni criminali. Sono i vertici di Acqualatina. Persone
che hanno, o che hanno avuto in passato, ruoli determinanti nella
società privata che gestisce il servizio idrico. Da ieri sono tutti
agli arresti domiciliari con accuse pesantissime: associazione per
delinquere finalizzata alla truffa aggravata, abuso d’ufficio, frode
nelle pubbliche forniture, falsità ideologica in appalti pubblici.


I
destinatari del provvedimento sono: Paride Martella (53 anni)
presidente della Provincia dal 1994 al 2004 con l’Udc ed ex presidente
di Acqualatina, poi passato all’Italia dei Valori; Silvano Morandi (41
anni) attuale amministratore delegato di Acqualatina; Raimondo Besson
(63 anni) ex vicepresidente della società e amministratore delegato di
“Sorical” che gestisce il servizio idrico in Calabria, consigliere
d’amministrazione di Acea Ato2; Giansandro Rossi (70 anni) primo
amministratore delegato di Acqualatina; Bernard Cynà – amministratore
delegato della società dopo Rossi, in quota “Veolia”, socio privato di
Acqualatina; Luis Marie Pons (49 anni) ex consigliere d’amministrazione
e rappresentante in Italia di “Veolia”.

Per altre tre persone è
stato disposto il divieto di ricoprire incarichi direttivi all’interno
di società ma anche di esercitare attività libero professionale nel
settore dell’ingegneria civile: si tratta di Guido Turconi, Renato
Iodice e Francesco Baietti. Complessivamente gli indagati sarebbero
diciotto.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal
gip Tiziana Coccoluto su richiesta del pubblico ministero Raffaella De
Pasquale. Il magistrato ha indagato su Acqualatina negli ultimi due
anni. Ma l’inchiesta parte da più lontano: era stata avviata dal pm
Giuseppe Miliano cinque anni fa ed è poi confluita in un unico
procedimento. «L’inchiesta – spiega il procuratore capo Giuseppe
Mancini – si è basata anche su una consulenza piuttosto
particolareggiata che abbiamo affidato ad alcuni tecnici. Per questo
procedimento non abbiamo utilizzato lo strumento delle intercettazioni
telefoniche, ma ci siamo limitati a verifiche di altro genere». Sul
tavolo del sostituto procuratore ci sono diversi faldoni con verbali,
consulenze e numeri che saranno utilizzati per sostenere le accuse.

L’inchiesta
si è concentrata sugli appalti affidati a società appartenenti allo
stesso gruppo di Acqualatina, i cosiddetti affidamenti “in house”. Come
il sistema informatico “Sorical” che gestisce Acqualatina e che porta
lo stesso nome della società che gestisce l’acqua in Calabria, di cui è
amministratore delegato Raimondo Besson, uno degli arrestati.
L’accusa
ha stimato un danno erariale di circa cinque milioni e mezzo di euro.
Gli appalti “in house” sono stati quantificati in circa quindici
milioni. Il tutto è stato segnalato anche alla Corte dei Conti.

 
 —
 
I PERSONAGGI COINVOLTI, TUTTI BIG TRA POLITICA E ACQUA 
 
Fino a ieri era considerato il
politico più fortunato della Provincia. Avvocato, fiduciario di una
primaria assicurazione, battuta sempre pronta, per dieci anni ha
presieduto l’Amministrazione provinciale e per un periodo anche
Acqualatina. Paride Martella, partito da Sezze Scalo, aveva
“conquistato” Latina già ai tempi della Dc. Assessore alla scuola prima
del dissolvimento dei partiti e da allora al posto giusto al momento
giusto. La presidenza della Provincia, la conferma senza neanche fare
la campagna elettorale, la politica del rigore finanziario e del
risparmio. Ma Sezze non si dimentica e così è regista dell’operazione
liste civiche che porterà all’elezione di Zarra a sindaco. E’
“Provincia condivisa”, dentro alla Cdl fino al “salto” alle regionali,
quando sostiene Piero Marrazzo. Che vince. Visto che Martella “porta
bene?”. Sfiora l’arrivo in Parlamento con l’Italia dei Valori, è lui ad
accogliere a Latina Antonio Di Pietro del quale diventerà stretto
collaboratore al ministero. Quella mancata elezione è un segno che
forse la fortuna si è voltata. Nei palazzi della politica pontina non
si vede più, ieri l’arresto.
Chi i palazzi continuava a
frequentarli, soprattutto a Roma, è Raimondo Besson, colui che da
funzionario regionale ai lavori pubblici ha scritto la legge sugli Ato
del Lazio. Vicepresidente di Acqualatina, consigliere di Acea Ato 2,
amministratore di Sorical, un incarico al Comune di Roma per occuparsi
proprio di acqua.
Si è sempre vantato di avere «cominciato come
letturista», invece, Silvano Morandi, l’amministratore delegato della
società, uomo di fiducia di Veolia all’interno di Acqualatina, sempre
pronto a difendere ogni scelta operata e a dimostrare che perdite,
problemi con le fatture e quant’altro erano minime rispetto al
“colosso” rappresentato dalla società.
Ci sono poi Bernard Cyna e
Luis Marie Pons, francesi, meno conosciuti a Latina ma veri e propri
plenipotenziari dell’acqua, entrambi ai vertici di Veolia Water.
Giansandro Rossi, infine, primo amministratore di Acqualatina,
proveniente dalla chiacchieratissima “Siba”.
G.D.G.
 
 
NEGLI UFFICI SI PROVA A OSTENTARE SICUREZZA
«Cercate di capire, ne sappiamo
quanto voi, è presto…». Alla presenza della Finanza negli uffici al
quinto piano del complesso di “Latina Fiori” , sede di Acqualatina, ci
sono abituati. Ieri gli uomini delle fiamme gialle non si sono visti,
di buon mattino avevano già bussato alle abitazioni degli arrestati
posti ai domiciliari. La notizia si è sparsa presto nella sede. I più
stretti collaboratori di Silvano Morandi, l’amministratore delegato che
è sempre tra i primi ad arrivare in sede al mattino, sono riuniti con
l’ufficio legale. Di fronte a ognuno che entra e non è conosciuto le
impiegate del “front office” restano perplesse. Cronisti e fotografi
vengono prima fatti accomodare in una minuscola sala all’ingresso,
successivamente in un’altra dove l’addetta alle relazioni esterne
spiega che no, più di quello che sappiamo non può dirci. La società
«farà un comunicato ufficiale». Punto. Alle pareti ci sono i quadri con
messaggi che invitato a risparmiare l’acqua e ricordano quanto la
risorsa idrica sia importante. E’ tutto ordinato e pulito, come sempre,
anche se oggi è un giorno diverso. La parola d’ordine è ostentare
sicurezza ma basta andare sui pianerottoli ai piani inferiori per
carpire le preoccupazioni tra i dipendenti. Che succederà ora?
Difficile dirlo. Male che vada tornerà la Finanza, tanto c’è un ufficio
con i documenti che ormai è a loro disposizione.
 
 
CHI C’E’ DIETRO ACQUALATINA
 
Chi è Acqualatina? E’ il nome della
società che tutti i cittadini dell’Ato4 trovano sull’intestazione delle
bollette dell’acqua. Sì perché Acqualatina è il gestore del Sii, il
servizio idrico integrato. Ci troviamo di fronte a una società mista a
prevalente capitale pubblico: il 51% è detenuto infatti dai Comuni
dell’Ato 4 (l’ambito territoriale ottimale) in proporzione alla
popolazione residente. Il partner privato di Acqualatina è stato
selezionato tramite una gara europea per la scelta del socio a cui
affidare il 49% del capitale e la responsabilità della gestione.
Dell’Ato 4 fanno parte oltre a quelli della provincia di Latina, i
comuni di Anzio e Nettuno e quattro comuni della provincia di
Frosinone: Amaseno, Giuliano, Villa Santo Stefano e Vallecorsa, le
Province di Latina, Roma e Frosinone.
Costituita ufficialmente nel
luglio del 2002 la società è costituita, per la parte privata, il 49
per cento appunto, da un raggruppamento di imprese, Hydrolatina srl,
che è a sua volta composto da Compagnie Gènèral des Eaux (incorporata
da Vivendi attuale Veolia) capofila con Enel Hydro srl, Acquedotto
Pugliese, Sibas, Italcogim, Emas Ambiente. Nel 2004 c’è stata la
cessione dell’attività nel settore dei servizi idrici dell’Enel nei
confronti della francese Veolia Water, che così si è trovata a detenere
direttamente l’86% del capitale di Idrolatina. Il restante capitale
sociale è detenuto dalla Siba (9%), dall’Italcogim (3%) e dalla Emas
Ambiente (2%). Il capitale sociale di Siba è detenuto al 50% dalla
stessa Veolia e dalla Emit Spa, mentre Emas Ambiente è controllata,
attraverso la Waste Italia, dalla stessa Italcogim e dalla famiglia
Colucci. Nel 2003 inoltre la stessa Enel Hydro aveva acquistato
l’intero pacchetto azionario (il 23%) detenuto da Acquedotto Pugliese.
 
 
TUTTO "IN HOUSE" E GARE AGGIRATE 
 
 
di GIOVANNI DEL GIACCIO

Perdite
pubbliche e profitti privati. In Italia siamo specializzati in
operazioni simili e la vicenda Acqualatina sembra esserne un esempio
lampante. L’ambito territoriale ottimale che per primo in Italia aveva
avviato quanto previsto dalla legge, una gara per la quale arrivarono i
documenti addirittura con i furgoni blindati. Le polemiche si
trascinano da allora, era il 2002, da quando vinse la cordata
Idrolatina guidata dall’allora Generale des eaux diventata nel
frattempo Veolia Water che riuscì a battere la concorrenza della Severn
Trent che pure proponeva, almeno nella fase iniziale, un prezzo più
basso. Ricorsi e controricorsi ma la “macchina” ormai era partita. La
costituzione della società a maggioranza pubblica ma nella quale, di
fatto, comandano i privati. Altra caratteristica di casa nostra.
Qualcuno prova a opporsi, alcuni Comuni non ratificano gli atti né
consegnano gli impianti, via via il colosso Acqualatina comincia a
muoversi. E lo fa con la grazia di un elefante in una cristalleria.
Arrivano le bollette e sono “pazze” ma è colpa delle dissennate
gestioni precedenti. C’è la carenza idrica ma dipende da chi non ha
dato tutte le indicazioni sui pozzi. Il piano di investimenti non
decolla ma…
I vertici della società, spalleggiati da buona parte
della conferenza dei sindaci a maggioranza di centrodestra, difendono
le loro scelte, le tariffe aumentano perché così prevede il contratto
di gestione, si sta cercando di arrivare a regime e via di questo
passo. Le perdite restano pubbliche, se non entrano i soldi ripianano i
Comuni per esempio, i profitti diventano privati. Ed ecco il sistema
degli affidamenti “in house” ovvero a società facenti capo allo stesso
gruppo. Niente gare. Lo prevede la finanziaria del 2002 ma l’Unione
europea fa sapere che si tratta di “house” solo quando il capitale è
interamente pubblico. Ad Acqualatina interpretano la cosa diversamente,
vale a dire che c’è stata una gara pubblica e che i vincitori possono
ritenersi appunto “in house”. Arrivano le denunce, emergono le società
“scatola”, gli stessi personaggi che compaiono una volta per la parte
pubblica e una per quella privata.
Ci sono i depuratori da
gestire? Nessun problema, ecco la Siba, società che detiene il 9% di
Idrolatina ma che per il 75% è di Veolia. Ammesso che si investa in
Acqualatina si ottengono soldi cash dalla società da un’altra parte. Il
sistema informatico? Perché andare altrove, lo fa già Sorical che
gestisce il servizio idrico in Calabria, partecipata da Veolia. Si fa
in casa, a costi che lasciano qualche perplessità. Per Acqualatina è
sempre tutto a posto, anzi addirittura conveniente ricorrere a certi
sistemi. Per la Procura no.

 
 
I SERVIZI AFFIDATI PER MILIONI A SOCIETA’ DELLO STESSO GRUPPO 
 
Incastri societari complessi, società
che affidano servizi a società appartenenti allo stesso gruppo. Al
centro: Acqualatina. Partiamo da quest’ultima: il 51% della società è
dei comuni dell’Ato4, il 49 di Veolia Water spa, amministratore
delegato è Silvano Morandi, consigliere di amministrazione Luis-Marie
Pons, entrambi nominati da Veolia. Acqualatina affida i suoi servizi ad
altre società. Dello sviluppo e manutenzione software si occupa Veolia
stessa; del servizio informativo e gestionale, “Genio”, fino al 2006 si
occupata la stessa Veolia, di cui amministratore delegato è Luis-Marie
Pons e consigliere di amministrazione Silvano Morandi, un appalto
diretto costato alla società oltre tre milioni di euro. A partire dal
2007 del servizio informativo e gestionale si occupa invece “Aladino”,
società al 51% dei comuni dell’Ato4 e al 49% di Veolia, amministratore
unico è Morandi.
Il servizio di costruzione e manutenzione dei
depuratori è affidato invece a Siba spa, società controllata al 75%
dalla solita Veolia. A Siba Acqualatina ha affidato lavori con appalto
diretto per un milione 170.000 euro nel 2004 e per tre milioni nel 2005.
 
 
 
LEGAMBIENTE: "SIAMO STATI PROFETI" 
 
«Siamo stati profeti». Lo sostiene
Legambiente: «La vicenda legata alla società Acqualatina è stata più
volte al centro di denunce e segnalazioni arrivate da Legambiente di
Latina». L’associazione ricorda che i primi esposti risalgono
all’agosto 2002, quando la società si era appena costituita. «A
quell’epoca – spiega Roberto Lessio, presidente di Legambiente – l’ad
Rossi era stato segnalato nelle relazioni della commissione
parlamentare d’inchiesta relativa al ciclo dei rifiuti. Nell’ottobre
scorso ci chiedevamo come mai la sede di Idrolatina, il gruppo che
riunisce tutti i soci privati di Acqualatina, era stata trasferita a
Torino, guarda caso presso un’altra società interamente controllata da
Veolia, la Sicea Spa, che guarda di nuovo il caso, è amministrata dallo
stesso Silvano Morandi. Non avendo risposte ufficiali dagli organi
inquirenti sulle tante indagini avviate, ci eravamo dati da soli una
risposta: “Magari per mettere un po’ di distanza con gli Uffici della
Guardia di Finanza di Latina”. Ci avevamo azzeccato». Legambiente
auspica che la Procura allarghi ora le indagini anche «a quella strana
aggiudicazione dell’appalto in cui risultò vincitrice la cordata
capeggiata da Génerale des Eaux (oggi Veolia) e da Enel Hydro. Per
memoria storica si ricorda che il presidente della commissione
giudicatrice delle offerte (l’ingegner Massimo Di Marco – allora
responsabile della segreteria tecnico operativa dell’Ato 4), votò
contro le risultanze a cui pervennero, cambiando i parametri di calcolo
a buste già aperte, gli altri 4 componenti della commissione». Infine
auspica le immediate dimissioni dell’attuale responsabile della
Segreteria tecnico operativa, Sergio Giovannetti, «in quanto ogni ora
in più che verrà trascorsa ricoprendo quel ruolo, aumenterebbe
esponenzialmente l’imbarazzo e la sfiducia che gli utenti hanno verso
le istituzioni preposte al controllo della società».
 
(* Articoli tratti dal Messaggero edizione di Latina del 24-01-2008)
  1. Abuso d’Ufficio, Frode nelle pubbliche forniture, Falso ideologico in appalti pubblici, Truffa aggravata …….. ma soprattutto “Associazione a delinquere”: Per Noi che da anni parliamo di ” Consorteria ”