CRIMINALITA’, MANCINI “LASCIA SENZA PAROLE”

18/01/2008 di
di LUIGI GALLO *
 
Le dichiarazioni del Procuratore Mancini lasciano molti senza
parole.


E’ assurdo sentire che secondo lui nel nostro territorio non
esistono associazioni di tipo mafioso, quando da più parti sempre più
insistentemente arrivano verbali d’inchiesta sulle infiltrazioni nel nostro
territorio.
Nella nostra città e in varie zone
della provincia sono state e stanno per essere investite montagne di capitali
sulla cui provenienza non si indaga in maniera adeguata, normale che risulti
tutto pulito.
 
Per capire quanto sia radicata la
presenza mafiosa sul territorio, basta leggersi le dichiarazioni di qualche
collaboratore di giustizia in occasione del procedimento che ha portato al
processo Spartacus ci dice l’Associazione Caponnetto, ma basta anche andarsi a
rileggere la relazione antimafia che qualche tempo fa fu letta in parlamento e
che citava la nostra zona a rischio perché ci sono infiltrazioni camorristiche
anche nelle amministrazioni pubbliche.
Quando Mancini ammette
come fa ormai da anni che quello dei rifiuti  è un business all’interno
del quale esistono movimenti tutti da accertare e conferma che da li escono
cospicue fonti di guadagno  per le
organizzazioni criminali, vuol dire che in questi anni la Procura non ha  fatto nulla  per bloccare queste infiltrazioni, sottolineando una negligenza
preoccupante sotto molti aspetti.
Il Procuratore, viene da domandarsi, ha vagliato tutte quelle
denunce arrivate in procura nei confronti delle società partecipate?
 
Perché
visto il silenzio che è sceso su inchieste tipo quella delle assunzioni facili
che ha coinvolto il Comune di Latina in particolare un assessore, l’oblio in cui
cadono decine di denunce  su Latina
Ambiente e su Acqua Latina, molte delle quali ben dettagliate, basti vedere
quelle che sono state fatte da Legambiente, è lecito sospettare una
negligenza  da parte della procura se non
addirittura altro.
Come dice anche l’Associazione Caponnetto a
cui io mi associo pienamente, è inatteso e aggiungo che non è normale che un
Procuratore pubblichi analisi difformi da quelle dei magistrati della Dda si di
Roma che di Napoli, che per legge hanno competenza esclusiva  sui reati associativi di stampo
mafioso.
In
questo modo non solo come cittadini non ci si sente sicuri, ma si sente tutta
l’assenza di una struttura, emanazione dello stato che non indaga su quello che
è sotto gli occhi di tutti e su cui altre strutture dello stato (Commissione
Antimafia e Dda ) hanno lanciato l’allarme.
 
(* L’Altra Latina)