VIDEO Renzi a Latina: Il 4 marzo sceglierete se andare avanti o tornare indietro

14/02/2018 di

«Vi chiedo di impegnarvi al massimo, c’è da fare uno sforzo in questi ultimi giorni, da battere il terreno centimetro per centimetro». L’appello fatto da Matteo Renzi ai militanti Dem che ha incontrato a Latina, nel teatro Moderno stracolmo, e rilanciato a tutti i simpatizzanti nella sua mail serale, dimostra la consapevolezza del segretario del Pd di una campagna elettorale difficile. Difficoltà che si riflette anche nei retroscena che riportano i media e che vedono il segretario destinato, nel dopo elezioni, ad un incarico diverso da quello attuale. L’ultimo di questi retroscena, rilanciato dal sito Politico.eu vorrebbe un Renzi interessato al ruolo oggi ricoperto da Jean Claude Juncker, magari con la benedizione di Emmanuel Macron, definito oggi dal segretario Pd come una «grande speranza per l’Europa».

La destinazione europea di Renzi viene smentita dall’interessato che ieri aveva bocciato il retroscena che lo vedeva presidente del Senato. Tra i boatos ci sarebbe anche quello del passo indietro come candidato premier. Tutti scenari che irritano il Nazareno perché il sottinteso è che le elezioni vadano male al Pd, che dovrebbe dunque cercarsi un nuovo leader.

E su cui il segretario prova anche a scherzarci su: «Quest’idea di tornare a Palazzo Chigi mi sembra più improbabile di un’intervista alla Tass», taglia corto sorridendo, rispondendo ad una giornalista dell’agenzia russa Tass che, all’uscita dalla sede della stampa estera, lo ha seguito e pressato per avere un’intervista. Al rifiuto del leader Pd, la giornalista si voleva far promettere che sarebbe stata la prima giornalista a intervistarlo nel caso in cui dopo il 4 marzo tornasse a Palazzo Chigi. Da lì l’affermazione di Renzi che, assicurano dallo staff dell’ex premier, è «da non prendere sul serio». Renzi oggi ha ribadito che il Pd punta ad essere il primo gruppo parlamentare per numero di eletti, magari contando sulle disavventure di M5s con rimborsopoli.

Non a caso Renzi ha oggi nuovamente attaccato i pentastellati: «sono come gli altri partiti, ma diversamente dagli altri sono incompetenti e infatti nelle città che amministrano sono un disastro». Tuttavia, incontrando la stampa estera, ha dovuto ammettere che ufficialmente un candidato premier il Pd e il centrosinistra non lo hanno indicato: «decideranno gli elettori e il Presidente della Repubblica», ha detto, qualora non ci sia una maggioranza uscita dalle urne.

Su questa seconda prospettiva Renzi ha posto un chiaro limite alle possibili alleanze post elettorali: «non governeremo mai con gli estremisti», e tra questi ultimi annovera soprattutto Matteo Salvini, che – ha affermato – «è estremista in tutto», a partire dalla «speculazione elettorale» dei fati di cronaca nera, come quelli di Macerata, cavalcando la «legittima paura dei cittadini».

Eppure il Pd «sulla sicurezza non ha nulla di cui vergognarsi», come dimostra la gestione di eventi come il semestre di presidenza Ue, l’Expo, il Giubileo («quando il Papa lo ha annunciato ci siamo spaventati – ha ammesso – ma lo ringraziamo per averlo fatto»), o il G7.

Insomma l’appello ai militanti è quello di far capire a tutti gli elettori che «il 4 marzo si sceglie tra chi vuole andare avanti e chi vuole tornare indietro», visto che Berlusconi – rimarca il segretario- vuole abrogare anche la legge sulle unioni civili.

  1. il bomba non smette di raccontare balle, ma l’incredibile e che esistono ancora molti, troppi italiani che ci credono.