Dispersione idrica, Acqualatina studia un sistema per individuare le perdite con il satellite e ripararle senza scavi

26/07/2017 di

Individuare le perdite d’acqua attraverso immagini satellitari e procedere alla riparazione con tecniche senza scavi (no-dig). Questo il futuro, si spera non troppo lontano, per la gestione idrica delle città, arginando l’annoso problema della dispersione.

«C’è l’esigenza, indifferibile, di definire in analogia alla Strategia Energetica Nazionale (SEN) una Strategia Idrica Nazionale (SIN). È fondamentale alzare lo sguardo, assumere un orizzonte almeno decennale, definendo un Piano di investimenti di ampio respiro e le relative priorità, immaginando un assetto industriale del settore che valorizzi operatori efficienti e competenti, non da ultimo, educando cittadini ed imprese ad un uso responsabile del bene acqua».

Così Giovanni Valotti, presidente di Utilitalia (la federazione che riunisce i gestori dell’acqua dell’energia e dell’ambiente), lancia la proposta di un Piano per la risorsa idrica per combattere anche situazioni di crisi, come quella della siccità, che in questi giorni sta vivendo il Paese. Questo perchè, osserva ancora Valotti, «colpisce l’illusione di risolvere con misure urgenti problemi di natura strutturale e che hanno radici profonde».

Gli acquedotti (in Italia ci sono 425 mila km di rete, inclusi gli allacciamenti si arriva a 500 mila km). Il 60% delle rete nazionale è stato posato oltre 30 anni fa e il 25% supera anche i 50 anni. Ma il tasso nazionale di rinnovo è pari a 3,8 metri di condotte per ogni km di rete: significa che a questo ritmo occorrerebbero oltre 250 anni per sostituire l’intera rete. Servono investimenti.

Il fabbisogno totale è stimato in circa 5 miliardi all’anno per adeguare e mantenere la rete idrica nazionale; attualmente ci si attesta circa 32-34 euro per abitante all’anno; la media europea è invece di circa 100 euro (in Danimarca si arriva a 129 euro).

“C’ è un grande lavoro da fare nei prossimi anni – rileva allora Valotti – semplicemente quello che serve per riagganciare il nostro Paese all’ Europa, invece che farlo scivolare verso i livelli delle economie più arretrate, dove la siccità non è un’emergenza ma un problema con il quale abituarsi a convivere”. Per valorizzare le migliori esperienze dalle quali trarre spunti di miglioramento dei servizi, anche in ambito idrico, Utilitalia ha disegnato una mappa delle best practices.

Nel Censimento Utili all’Italia, infatti, tra i migliori progetti delle aziende si trovano sistemi di geolocalizzazione degli interventi delle squadre idriche, telecontrollo delle reti, tecnologie satellitari per la ricerca delle perdite idriche delle condotte, mappatura delle reti sotterranee fino all’utilizzo delle fognature per consentire il passaggio della fibra ottica e al ri-uso dell’acqua e alla valorizzazione dei fanghi post-depurazione. Geograficamente si tratta di esperienze virtuose sparse per l’Italia.

Acqualatina viene citata per un progetto con tecnologie di nuova generazione per l’individuazione delle perdite occulte attraverso immagini satellitari e per la riparazione con tecniche senza scavi (no-dig). Il risanamento della rete idrica è un obiettivo primario, specialmente a Latina dove la dispersione tocca livelli record sfiorando addirittura il 70%.

La GEAL di Lucca, invece, ha un accurato sistema di monitoraggio dei distretti e una tipologia di contatori ad hoc e la mappatura dei punti di fornitura idrica.