Camorra, arresti tra Formia e Mondragone: pizzo sulle slot-machine

10/05/2017 di
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Chiunque volesse installare slot machine in un bar o locale di Mondragone (Caserta) doveva pagare 75 euro ad apparecchio al clan camorristico locale. È quanto emerge dall’inchiesta della Dda di Napoli e dei carabinieri della Compagnia di Mondragone che questa mattina ha portato all’arresto di 32 persone (per un’altra è stato disposto il divieto di dimora in Campania e Lazio) tra le province di Caserta, Latina, Napoli, Milano e Pisa.

Un’operazione che, per gli inquirenti, dovrebbe avere fortemente indebolito il clan «Fragnoli-Pagliuca-Gagliardi», attivo a Mondragone e nel Basso Lazio, soprattutto a Formia e nei comuni limitrofi, dove ha nello spaccio di droga e nelle estorsioni il suo core business. Nell’ultimo anno sono stati numerosi i blitz realizzati proprio a Mondragone ma la cosca, che ha ereditato il potere della famiglia La Torre, è sempre riuscita ad organizzarsi, facendo leva spesso su giovanissimi, specie per la vendita della droga. Determinanti nelle indagini si sono rivelate le dichiarazioni di collaboratori di giustizia.

I provvedimenti di carcerazione hanno interessato i capi del clan, tutti già detenuti, come il 54enne Mario Fragnoli, il 63enne Mario Pagliuca o lo stretto congiunto Sergio Pagliuca di 29 anni. Erano loro, per gli inquirenti, a sovrintendere a tutte le attività illecite e a imporre le tangenti di 75 euro sull’installazione di ogni slot machine in città; in una circostanza, è emerso, un imprenditore è stato selvaggiamente picchiato da esponenti del clan e minacciato di essere estromesso dal mercato cittadino tanto da essere costretto a pagare la somma per poter installare gli apparecchi in un bar.

Un’ordinanza in carcere è stata notificata anche al 46enne Vittorio Vitale, ritenuto il gestore della piazza di spaccio, specie di cocaina e crack, ubicata tra Mondragone e Castel Volturno, nella località di Pescopagano, nota alla cronaca per gli incidenti avvenuti nell’estate del 2014 tra residenti italiani e immigrati africani. La droga, hanno accertato gli inquirenti, veniva acquistata a Napoli, in particolare nei quartieri di Secondigliano e Fuorigrotta. Erano alti anche i compensi pagati agli spacciatori; per ogni 25 dosi vendute, i capi-piazza percepivano 500 euro, i pusher 200; i carabinieri guidati da Lorenzo Chiaretti hanno anche installato delle telecamere nella zona dello spaccio accertando decine di cessioni di droga.