Uccise il fratello a Sezze, condanna ridotta a 14 anni e 4 mesi

27/04/2017 di

Luciano Stirpe

Da 20 anni a 14 anni e 4 mesi. Riduzione in appello della condanna inflitta nel luglio dello scorso anno dal gup di Latina a Gianni Stirpe, il 50enne di Sezze sotto processo perché accusato di aver ucciso il fratello Luciano nel corso di una lite degenerata.

La prima Corte d’assise d’appello di Roma l’ha condannato a 14 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio volontario; in primo grado era stato invece condannato a 20 anni dopo il rito abbreviato.

La riduzione della condanna di oggi è motivata con la concessione delle attenuanti generiche equivalenti all’aggravante del rapporto di parentela contestata. I fatti risalgono al luglio 2015. Accadde che i due fratelli ebbero una violenta lite verbale (nel pregresso dei difficili rapporti familiari c’erano non solo questioni legate a un’eredità, ma anche numerose denunce con la quale Gianni aveva segnalato minacce, numerose violenze e soprusi subiti); scontro che però degenerò con Luciano (pluripregiudicato per fatti di droga) che iniziò a colpire con uno zoccolo di legno il fratello, il quale, preso un coltello, reagì violentemente, finendo per colpire anche con un’ascia la nuca dell’uomo che, salito in auto, cercava di fuggire. I medici, sul posto, cercarono di stabilizzare la vittima; portato in ospedale, però, Luciano Stirpe morì.

Gianni Stirpe fu arrestato per omicidio e poi processato. Oggi in apertura d’udienza l’imputato ha letto e poi consegnato uno scritto con il quale a conclusione ha dichiarato di pentirsi di quanto accaduto. Poi c’è stata la condanna a poco più di 14 anni di reclusione.