CANDIDATI A LATINA, CONFRONTO SUI PROGRAMMI

16/05/2007 di
di LAURA PESINO *
 
Nessun lusso, nessuna comoda poltroncina ad accogliere i candidati, pochi agi e qualche intoppo tecnico di poco conto. Ma tutto è studiato nei dettagli, con risultati degni di un confronto politico all’americana.

 
C’è un monitor che proietta le domande, un tempo limite per rispondere, un maxi schermo allestito all’esterno, un rigoroso criterio di estrazione. E c’è soprattutto una sala gremita di cittadini dei popolosi quartieri Q4 e Q5, tanto che in molti si ritagliano un posto fuori, sui gradini esterni del salone parrocchiale di San Luca.
 
Tutto pur di assistere all’atteso confronto fra gli aspiranti sindaci, preparato da settimane dagli organizzatori dell’associazione del quartiere. C’è anche Don Mario Sbarigia, in prima fila ad ascoltare e a interpellare i candidati.
 
Chi manca, invece, è Vincenzo Zaccheo. Un’assenza annunciata, ma condita da sonori fischi di disappunto della platea e per tutta la sera testimoniata da una sedia vuota, l’unica, e per ironia della sorte la prima. Ma si parte, archiviando presto la mancata presenza del primo cittadino, con la proiezione di un video girato nei due quartieri. Sarebbero sufficienti anche solo le immagini: palazzi, palazzine, graziose villette con giardino. E intorno nulla.
 
Quanto basta per rammentare ai candidati la vicenda dimenticata delle convenzioni tra consorzi e Comune e delle opere di urbanizzazione mai realizzate dagli imprenditori. Ed è da qui che si parte: «Qual è la soluzione?». C’è chi, come Maurizio Mansutti e Alessandro Catani, propone di rispolverare una vecchia delibera del ’93 («poi chiusa in un cassetto») che istituiva un’apposita commissione.
 
C’è chi, come Fabrizio Cirilli, ricorda invece che «quelli che realizzarono la truffa sono gli stessi che continuano a costruire», c’è Nando Cappelletti che fa appello ad un nuovo Prg, e Ruggero Mantovani che reclama la compensazione per i residenti. Il ghiaccio è rotto. E gli otto candidati, un po’ irritati per i limiti di tempo, vengono poi interpellati sul tema del Bilancio, della viabilità, della sicurezza.
 
Antonio Flamini e Carmine Bennato propongono un’amministrazione trasparente e accessibile, Cirilli un fondo di integrazione sociale, Mansutti la cacciata dei politici dalle società partecipate. Sulla viabilità spiccano invece i progetti di Catani e Bennato di ripensare il tratto della Pontina che taglia in due la città, mentre in tema di sicurezza la voce fuori dal coro è quella di Nando Cappelletti che invoca: «tolleranza zero».
 
Ma la domanda scomoda arriva sul terreno delle affissioni selvagge, previa raccomandazione di «non dare la colpa agli attacchini». E qui si salvano davvero in pochi. Quanto poi a progetti e priorità per il governo cittadino, il nuovo piano regolatore sembra per quasi tutti in prima posizione, e restano infine da segnalare il categorico rifiuto di Mansutti e Flamini della metro leggera e il secco no di Mantovani all’ipotesi di realizzare l’aeroporto.
 
Nell’appello conclusivo è Cappelletti a tirare fuori l’asso nella manica: una registrazione della viva voce di Zaccheo che garantiva la sua partecipazione ai confronti politici. Quasi tre ore di confronto serrato, ma la sala resta gremita fino alla fine, l’esperimento è riuscito. (* Il Messaggero, 16-05-2007)