Caso Censi, investigatori in Svizzera per chiarire il giallo dei soldi
Continuano le indagini per risolvere il caso del suicidio dell’avvocato Paolo Censi.
Martedì gli investigatori sono partiti da Latina per effettuare degli accertamenti in Svizzera grazie a una rogatoria ottenuta appositamente per questa indagine.
Si lavora su conti correnti, movimenti bancari e flussi di denaro. Tanto denaro, si parla di milioni di euro. Una delle ipotesi è che Censi si sia occupato di una grossa operazione finanziaria, fallita per motivi in fase di accertamento.
Potrebbe aver perso soldi non suoi e per questo aver ricevuto minacce? Per ora sono solo ipotesi, il giallo è ancora tutto da chiarire.
L’ultimo viaggio. Circa 10 giorni prima di morire Censi era stato in Svizzera, probabilmente con 3 clienti, persone molto conosciute a Latina. Cosa dovevano fare? A quanto emerso c’era un problema da risolvere, ma per capire di cosa si tratta esattamente gli investigatori stanno scavando a fondo. Da alcune settimane gli inquirenti avevano chiesto, tramite il ministero della Giustizia, di poter ascoltare delle persone in Svizzera e fare accertamenti su conti bancari, fondi e società. Un volta ottenuto il permesso in rogatoria, sono partiti.
Paura e preoccupazione. Ora probabilmente gli investigatori hanno maggiori elementi per comprendere il motivo del viaggio di Censi effettuato a dicembre. Dopo quel viaggio Censi è apparso preoccupato secondo quanto raccontano molti amici. Era accaduto qualcosa che lo ha turbato a tal punto da spingerlo a compiere un gesto che nessuno, conoscendo l’avvocato, si sarebbe mai aspettato. Aveva paura di qualcuno? Temeva per la sua famiglia? L’inchiesta sul suicidio, a quanto pare, ha aperto nuovi filoni d’indagine che portano altrove.
Forse nessuno sarà mai accusato di istigazione al suicidio, ma non è escluso che le accuse riguardino altre ipotesi di reato legate a movimenti enormi di denaro.
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