Boom di reati di corruzione in tutto il Lazio, ma Latina sembra in controtendenza

16/10/2015 di
Corruzione

Aumento reati

A Latina nel 2014 sono diminuiti i reati contro la Pubblica amministrazione, o almeno sono calate le denunce, mentre a Roma e nel resto del Lazio aumentano in modo esponenziale.

E’ quanto si evince dal rapporto Eures secondo il quale, tra il 2009 e il 2014, nel Lazio c’è stato un boom di reati dovuto anche ad un aumento delle denunce. Nel dossier “Profili e dinamiche della corruzione a Roma e nel Lazio”, attraverso i dati forniti dal ministero dell’Interno, si analizza l’andamento dei principali reati e in particolare corruzione e concussione.

I reati contro la Pubblica amministrazione sono aumentati del 54%, mentre i casi di corruzione sono addirittura triplicati. A Frosinone c’è stato un incremento del 103%, mentre a Viterbo del  15,8%. Le uniche province in controtendenza, con una leggera flessione nel numero dei reati, sono Rieti e Latina, che registra un positivo -21,2%.

Nel 2014 in particolare il Lazio ha registrato il numero più elevato di persone arrestate o denunciate per i soli reati di corruzione, ben 400, seguito da Lombardia, Campania, Sicilia e Calabria. Ma l’istituto di ricerca ha voluto sottolineare che su questo “record” ha avuto il suo peso l’inchiesta su Mafia Capitale, rilevata appunto a dicembre 2014.

Oltre alla corruzione, c’è stato un aumento anche di tutti i reati dei pubblici funzionari e amministratori, “affermandosi dunque la presenza di una cultura corruttiva sistemica e pervasiva – scrive l’Eures -, capace di attraversare trasversalmente e quindi di generare una saldatura tra gli interessi illeciti di segmenti rilevanti del sistema politico, dei funzionari e pubblici amministratori, dei cittadini e della cattiva imprenditoria”. Dopo la corruzione, infatti, l’incremento più significativo si è registrato per il reato di abuso d’ufficio, seguito poi da peculato e omissione o rifiuto di atti d’ufficio.

Il meno diffuso invece è il reato di concussione, con soli 49 arresti nel 2014, con i quali il Lazio si colloca comunque al secondo posto nella graduatoria regionale, preceduto dalla Calabria e seguito da Puglia, Sicilia e Campania.