SANITÀ, CODICI: ECCO I TEMPI DI ATTESA NEL LAZIO

31/08/2010 di

«Si riattiva l’Osservatorio Codici
sulla cattiva sanità e arrivano allo sportello già le prime segnalazioni. L’ultima
segnalazione è arrivata da una donna alla quale il medico ha diagnosticato il
sospetto di un adenoma ipofisario. L’ipofisi è una ghiandola delle dimensioni di un
pisello, posta alla base del cervello in una regione dell’osso sfenoide chiamata
sella turcica. Essa controlla la secrezione di numerose altre ghiandole (tiroide,
surreni, gonadi) e regola una vasta gamma di attività fisiologiche. La diagnosi di
adenoma ipofisario viene confermata mediante risonanza magnetica (RMN) della regione
ipotalamo-ipofisaria che permette di valutare le dimensioni e di descrivere la
morfologia dell’adenoma. Siamo di fronte ad un tumore benigno che in alcuni casi
rimane silente, ma che in altri casi comporterebbe importanti problemi ormonali e
neurologici.

La nostra assistita si è rivolta subito al Cup, Centro Unico di
Prenotazione delle prestazioni del Servizio Sanitario Regionale, richiedendo la
prenotazione di una risonanza magnetica su tutto il Lazio, al fine di velocizzare i
tempi della prestazione. Ebbene, nonostante una richiesta di ampio raggio, la visita
per la prestazione le è stata assegnata a Gennaio, tra 4 lunghi mesi, presso lo
Spallanzani di Roma, e le è stato detto di essere stata anche fortunata in quanto un
altro paziente ha rinunciato alla prestazione, liberando il posto». Lo comunica, in
una nota, il Codici.

«Ciò che è assurdo è il fatto che il Cup del Sistema Sanitario
Regionale non preveda all’interno del sistema anche i poliambulatori convenzionati-
commenta Valentina Coppola, Segretario Provinciale Codici -. Difatti, il cittadino
che si rivolge direttamente ad un poliambulatorio convenzionato potrebbe avere la
prestazione anche in una settimana e pagando il solo costo del ticket di 40 euro. Se
il cittadino decidesse, invece, di fare l’esame privatamente spenderebbe 250 euro. È
evidente che tutti quei cittadini, come gli anziani, che hanno meno accesso ai canali
di informazione, ignorino tale possibilità. Inoltre, se i poliambulatori rientrassero
nel sistema del Cup, si verificherebbe un calo dei tempi di attesa. Invece il sistema
delle prestazioni sanitarie nel Lazio continua a rimanere un tallone di Achille del
sistema sanitario Regionale». «Il mal servizio delle lunghissime liste d’attesa
colpisce trasversalmente tutte le Provincie del Lazio e rientra tra le assolute
priorità che necessitano di un urgente e concreto »piano risanatore«. Nell’ultimo
dossier presentato dal CODICI sulla sanità del Lazio sono stati rilevati tempi da
capogiro – conclude la nota – Tra questi citiamo: 169 giorni di attesa per
un’ecografia dell’addome superiore nell’Ospedale Gentile da Fabriano, afferente alla
Asl Roma A e ancora i 347 giorni, quasi un anno, perché un cittadino possa riuscire
ad effettuare un’esofagogastroduodenoscopia al Poliambulatorio di Zagarolo della Asl
Roma G. Come non menzionare poi i 222 giorni necessari perché al »Sandro Pertini«
della Asl Roma B si riesca ad eseguire una mammografia o i 252 per una visita
cardiologica dell’Ospedale di Ciampino, Asl Roma H?

Nelle altre Province la
situazione non è certo migliore: 270 giorni di attesa all’Ambulatori Ospedalieri di
Terracina, Asl Latina, per un esame del fondo oculare, 255 giorni all’Ospedale
Pontevorvo, Asl Frosinone, per un’ecografia dell’addome completo, 105 giorni
all’Ospedale Magliano Sabina »Marzio Marini«, Asl di Rieti, per un eco(color)doppler
dei tronchi sovra aortici, 179 giorni all’Ospedale di Civita Castellana, Asl Viterbo,
per un’ecografia del capo e del collo. Si è tentato di procedere con la medesima
indagine prendendo in esame le Aziende Ospedaliere Tor Vergata, San Filippo Neri, San
Camillo-Forlanini, Policlinico Umberto I, Sant’andrea, San Giovanni-Addolorata.
Nessuna delle sei ha pubblicati sui propri siti i tempi d’attesa per le prestazioni
sanitarie. Il San Giovanni-Addolorata non ha addirittura un sito on-line attraverso
cui l’utente può accedere alle informazioni inerenti l’Azienda. Pertanto, CODICI
propone l’integrazione nel circuito CUP di tutte le strutture che erogano servizi
sanitari: oltre agli Ospedali ed agli Ambulatori, gestiti direttamente dal Servizio
sanitario regionale, anche di tutte le strutture private che ne entrano a far parte
integrante attraverso l’accreditamento».