CARAVAGGIO: IN 600MILA HANNO VISTO LA MOSTRA CULT

14/06/2010 di

Chi non ce l’ha fatta ad esserci, approfittando magari dell’ultima tirata in notturna, rimarrà con il cruccio. Perchè con i suoi oltre 580 mila visitatori in poco meno di quattro mesi e una media giornaliera da urlo(5110) a sprezzo delle file oceaniche, la grande mostra del Caravaggio che ha chiuso i battenti ieri a Roma alle Scuderie del Quirinale, rimarrà senza ombra di dubbio un cult. Per il pubblico è stato subito delirio: alla vigilia dell’apertura le prenotazioni avevano già sfondato quota 50 mila, alle sette di sera del primo giorno (la biglietteria chiudeva alle 21.30) l’avevano già visitata in 4.524, nessuna mostra aveva mai richiamato tanta folla sin dall’inizio. «È una mostra condannata al record», aveva commentato, profetico, il direttore per la valorizzazione del ministero della cultura , Mario Resca. Non si sbagliava. La febbre non è mai scemata, anzi è cresciuta nonostante le code obbligate per tutti a tutte le ore (anche vip e politici non sono riusciti a schivarle), l’assenza di biglietti gratuiti e di favore e le prenotazioni esaurite nel giro di poche settimane.

L’occasione del resto era unica, colta al volo anche da Woody Allen che è riuscito a vederla nei primi giorni d’apertura accompagnato da moglie e bambini. Costata 2-2,5 milioni di euro, la rassegna organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo nell’anno che celebra il IV centenario della morte, ha riunito per la prima volta 24 capolavori assoluti del Merisi, concessi in prestito dai maggiori musei del mondo in via del tutto eccezionale. La Canestra di frutta della Biblioteca Ambrosiana, la celeberrima Fiscella, per esempio, non era mai uscita dalla sua sede. E poi la Gemaldegalerie di Berlino ha prestato l’Amor vincit omnia, il Kimbell Art Museum di Forth Worth Il Baro, l’Ermitage Il suonatore di liuto, il Metropolitan di New York I musici. Senza contare L’Incoronazione di spine prestata dal Kunsthistorishes Museum di Vienna e l’Adorazione dei pastori, recentemente restaurata, arrivata dal Museo Regionale di Messina. Insomma, come sottolineavano presentandola alla stampa i curatori Rossella Vodret e Francesco Buranelli, abbastanza per garantire «un’esperienza emozionale». I risultati, che oggi raccolgono l’entusiasmo del sottosegretario ai beni culturali Francesco Giro («Un dato straordinario che dimostra come la cultura debba avere un ruolo centrale in questa città), sono da record in primis per l’Azienda Speciale Palaexpo. I 582.577 visitatori raccolti da Caravaggio superano anche il successone nel 1999-2000 dei Cento Capolavori dell’Ermitage, che furono visti da 573mila persone e quasi doppiano i 318.558 raccolti nel 2006 da un’altra strepitosa e altrettanto unica rassegna, quella dedicata ad Antonello Da Messina, che rimase aperta 100 giorni. Facendo un confronto con le mostre del 2009, non c’è storia con quella più visitata dell’anno appena passato, che è stata la 53esima Biennale dell’arte (341.981). Confronto schiacciante anche con il 2008, anno nel quale la mostra più gettonata, Paul Gauguin al Vittoriano, portò ‘solò 243.182 persone. Meglio hanno fatto soltanto Mantegna nel 2006-2007 con quasi un milione di persone (962.341) divise però in tre sedi espositive, nonchè i Faraoni a Palazzo Grassi (619.478) nel 2003 e Van Gogh, sempre nel 2003, alla casa dei carraresi a Treviso (602.415), questo senza contare le presenze boom sempre raccolte dalle mostre allestite al Colosseo (il top nel 2003 per Nike-Il gioco e la vittoria che ebbe 1 milione e mezzo di visitatori) dove però bisogna tenere conto del biglietto unico che permette nel contempo di visitare il monumento più famoso del mondo, il Palatino e i fori.