REGIONE LAZIO, IN CORSA RENATO NICOLINI

03/01/2010 di

Per la corsa alla presidenza della Regione Lazio arriva la candidatura a sorpresa di Renato Nicolini, già ideatore dell’estate romana durante le giunte di sinistra guidate da Giulio Carlo Argan, Luigi Petroselli ed Ugo Vetere, nella veste di assessore alla Cultura del Comune di Roma nel periodo 1976-1985.

Nicolini spiega però che «le primarie sembrano particolarmente necessarie per la Regione Lazio, dove la Presidenza Marrazzo si è interrotta traumaticamente. Non si può far finta di nulla. O ricorrere a spostamenti di casella della nomenclatura poco graditi dagli elettori (come ha dimostrato la sconfitta di Rutelli contro Alemanno)».

Invece, spiega in una nota, «le primarie hanno un senso se scendono in campo idee, e si vota su queste. Credo di poter rappresentare un progetto che vada oltre il modello Roma di Rutelli e Veltroni». Perchè, aggiunge «anche la memoria è importante per progettare novità, e voglio ricollegarmi ad Argan e Petroselli». Del resto «l’estate romana è rimasta nel cuore dei romani perchè ha proposto per la prima volta momenti d’incontro oltre le logiche dello schieramento ideologico e dell’appartenenza partitica».

Per questo spiega Nicolini «intendo candidarmi. Su un programma che vuole riprendere le idee forti di quel progetto. In particolare la centralità per lo sviluppo di Roma e del Lazio della cultura, dai beni culturali alla ricerca ed all’università, dal teatro al cinema italiano ed alla Rai, in una parola di quello che si potrebbe definire industria dell’immateriale incentrata sulla qualità dei servizi e della vita urbana».

«Il riequilibrio della Regione – spiega ancora – passa infine per fasce trasversali forti (Rieti – Viterbo; Latina – Frosinone), alternative all’organizzazione viaria ed infrastrutturale Roma centrica, e per un collegamento forte (ed una comune lotta alla criminalità organizzata) di Roma con Napoli e del Lazio con la Campania, per creare un’area d’industria culturale e di servizi di qualità competitiva con le aree forti del Nord».

  1. il caso marrazzo ha lasciato ferite profonde nella credibilit