Scattone: “Non sapevo fosse il liceo di Marta Russo”

27/11/2011 di

I prossimi giorni potrebbero essere decisivi per il futuro professionale di Giovanni Scattone. Il polverone alzato dalla sua nomina a supplente di Storia e Filosofia nel liceo che fu di Marta Russo non si è placato neanche nel fine settimana, tanto che lo stesso insegnante si è detto disponibile ad un passo indietro pur ammettendo di non sapere che quello era un tempo il liceo frequentato dalla studentessa uccisa da un colpo di pistola mentre passeggiava nei viali dell’università La Sapienza, il 9 maggio del ’97.

L’ex assistente universitario, che ha scontato la pena di 5 anni e 4 mesi per l’omicidio della studentessa, da settembre insegna per 9 ore alla settimana nel centralissimo liceo romano Cavour, quello dove si diplomò Marta Russo prima di iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza. La sentenza della Cassazione del 2003 ha eliminato l’interdizione dai pubblici uffici e, dunque, per legge, nulla vieta a Scattone di insegnare. «Il Cavour non l’ho scelto io – si difende il professore – ma è stata praticamente una strada obbligata, era l’unico disponibile al momento della scelta della sede di insegnamento. E poi non sapevo fosse quello di Marta Russo».

Probabilmente però anche la stessa scuola non ha avuto alcun problema ad avere nel corpo docenti Giovanni Scattone, tanto che – racconta la moglie, Cinzia Giorgio – «per anni mio marito è stato contattato dal liceo Cavour per alcune supplenze. Chiaramente anche loro sapevano chi era». A prendere posizione oggi è anche l’Associazione Nazionale Presidi che, per bocca del suo vicepresidente Mario Rusconi, fa sapere di «essere assolutamente solidale con la famiglia di Marta». «Il problema – dice Rusconi – riguarda una questione morale: è inopportuno che insegni in quella scuola. Dovrebbe avere il buon gusto di lasciare la supplenza al liceo Cavour. Il suo dovrebbe essere un atto di coscienza». Il trasferimento di Scattone, a detta dell’Associazione, è impossibile perchè «non si può revocare una supplenza, dovrebbe semplicemente scegliere lui stesso di andarsene da quel liceo visto che è stato condannato». Una soluzione che lo stesso Scattone dice di valutare, a patto però di non restare senza lavoro. «Il mio stipendio è l’unica entrata a casa – sottolinea -, mia moglie è un’insegnante precaria disoccupata e non possiamo rinunciare al mio lavoro». Contattato telefonicamente, Salvatore Ferraro, anche lui condannato per l’omicidio di Marta Russo ed oggi consulente giuridico del portavoce del Pdl, Daniele Capezzone – preferisce non rilasciare dichiarazioni su una vicenda che segnò anche il suo cammino universitario. E nei prossimi giorni la preside dell’istituto, Tecla Sannino, convocherà il professor Scattone per «decidere il da farsi».

Nei giorni scorsi la dirigente si era appellata alla burocrazia affermando di rispettare «la sentenza della Cassazione e le normative vigenti». Intanto domani il comitato dei genitori del liceo Cavour presenterà un documento per chiarire la situazione, nel quale con ogni probabilità sarà chiesto un trasferimento del docente.