Tribunali fermi, avvocati penalisti in sciopero

15/11/2011 di

A Catanzaro è saltato il processo Why not; a Milano è slittato il verdetto del gup su Angelo Dario Scotti, patron del noto gruppo alimentare che produce riso; a Roma è stato rinviato il processo Fastweb. Ha bloccato l’attività giudiziaria la prima giornata di sciopero degli avvocati penalisti.

Sono rimaste vuote la gran parte delle aule nei tribunali, soprattutto nelle grandi città. E quasi tutti i processi, ad eccezione di quelli con detenuti, per direttissima, e a rischio prescrizione, sono stati aggiornati ad altra data. Uno scenario che quasi certamente si riproporrà anche nei prossimi giorni, visto che la protesta, proclamata dall’Unione delle Camere penali, andrà avanti sino a venerdì. È stata dunque molto elevata l’adesione all’astensione dalle udienze contro «il grave attacco» in corso alla funzione difensiva e per sollecitare una riforma forense «rispettosa del fondamentale principio di indipendenza dell’avvocatura» e la ripresa del dibattito sulla riforma costituzionale della giustizia, che prevede la separazione delle carriere in magistratura. La partecipazione allo sciopero è stata totale a Bari, alta a Milano e Palermo, dove il processo scaturito dall’operazione Addiopizzo è stato tra i pochi a essere celebrati per la presenza di imputati detenuti. E a Verona più di cento avvocati provenienti da tutta Italia hanno partecipato alla manifestazione nazionale per denunciare le violazioni al diritto di difesa: dalla ritardata iscrizione nel registro degli indagati, al «frequente e illegale» ascolto delle comunicazioni tra difensore assistito; sino ai casi come quello che ha investito il legale di Gianpaolo Tarantini, Nicola Quaranta, sollevato dal segreto difensivo con «abnorme provvedimento del pm e illegittimamente forzato a riferire quanto appreso».

Un appuntamento, a cui farà seguito un’altra iniziativa a Roma il 17 novembre e che oggi ha fatto emergere anche la «grande preoccupazione» degli avvocati per il futuro della riforma forense alla luce del percorso di delegificazione imposto dalla legge di stabilità. Critica le ragioni dello sciopero, soprattutto a proposito della separazione delle carriere, Magistratura Indipendente, la corrente più moderata dei giudici. Le lesioni del diritto di difesa avvengono «anche perch‚ manca, nel sistema, e dunque anche nell’ordinamento, la terzietà del giudice, intesa come equidistanza del giudice dalle parti del processo, una pubblica, il pm, ed una privata, il difensore», replica il leader dei penalisti Valerio Spigarelli.