Precari: una generazione che teme il futuro

10/04/2011 di

Lo avevano promesso e l’hanno fatto. I precari d’Italia hanno portato in piazza a Roma la loro ‘Street paradè, una vera e propria parata, un momento di festa ma anche di profonda riflessione sulla condizione di tanti giovani nel nostro Paese. Non solo una protesta di sfogo contro i tagli alla cultura e alla ricerca, contro i salari bassi e il precariato in ogni sua forma ma una manifestazione per dire a tutti, soprattutto al Governo, che i giovani ci sono, esistono e sono pure ‘stanchì. Il diritto ad una paga dignitosa, alla stabilità economica e all’abitare; un nuovo welfare, la fuga dei cervelli e la possibilità di poter vivere una vita ‘normalè come fanno tanti giovani in Europa: questi i temi affrontati sui tanti cartelli e striscioni del corteo guidato dalle parole ‘Il nostro tempo è adesso. La vita non aspettà. Ma a rendere viva ed ‘elettrizzantè la ‘Street Paradè sono stati i tanti flash mob organizzati dai precari: uno in piazza dell’Esquilino, dove è stata creata una piccola tendopoli con tanto di calzini appesi, per protestare contro l’assenza in Italia di politiche abitative rivolte ai giovani; il secondo davanti all’assessorato alle Politiche sociali di Roma, dove i precari hanno allestito uno sportello welfare di carta ed hanno distribuito soldi falsi ed un altro ancora di fronte al Colosseo per protestare, con trampolieri travestiti da anziani, contro la classe politica italiana bollata come ‘vecchià. Dai precari della scuola a quelli di Alitalia e della Rai, dai vincitori di concorso pubblico mai assunti ai giornalisti, fino ai ricercatori e agli studenti: sono stati loro i volti che hanno sfilato per le strade della capitale. Migliaia di facce ‘stanchè che non aspettano altro che il momento per dimostrare le loro capacità, il loro valore. Tra i cartelli in mano ai manifestanti ‘Diritti, welfare universale, reddito, maternità e pensionì, ‘Giornalista a cottimò, ‘LavoreRai? lavoratori atipicì, ‘Reddito e saperi contro la crisì e ‘Non fateci ridiventare cervelli in fugà. C’era anche una mamma che è scesa in piazza perchè suo figlio, fisico laureato con 110 lode è dovuto ‘fuggirè a Londra per avere una paga dignitosa. Nel piazzale sotto l’Arco di Costantino, ribattezzato ‘Largo ai giovanì, si sono alternati interventi di ragazzi e non solo che hanno raccontato le loro esperienze di precariato: anche gli attori della fiction italiana di successo ‘Boris’ sono saliti sul palco, accolti dagli applausi dei giovani. «Per la prima volta oggi, da Torino a Palermo, i giovani precari sono scesi in piazza per reclamare la loro importanza in questo Paese – ha detto un ragazzo del comitato ‘Il nostro tempo è adessò organizzatore dell’iniziativa – Non daremo i numeri su quanti eravamo oggi a Roma ma di sicuro eravamo in tanti». Migliaia di giovani che si vedono far parte di una generazione ‘senza futurò e che promettono:«Questa di oggi sarà solo una tappa di un lungo percorso».