Partite truccate, Pulvirenti parla per 6 ore

28/07/2015 di
pulvirenti-catania-2015

antonino-pulvirentiAudizione fiume per Antonino Pulvirenti in Procura Figc. Il patron del Catania è rimasto negli uffici di via Campania complessivamente sei ore e mezza (salvo una una pausa pranzo di un’ora) per chiarire, direttamente al procuratore federale, Stefano Palazzi, il suo coinvolgimento nelle presunte combine di una serie di match che consentirono al club etneo di raggiungere la salvezza in Serie B.

«Ho proseguito la mia collaborazione come avevo fatto con la Procura e il gip. Ho detto quello che dovevo dire, ho fatto il mio – ha dichiarato all’uscita, accompagnato dal legale del club Eduardo Chiacchio e dai suoi avvocati Giovanni Grasso e Fabio Lattanzi – Ho aiutato il Catania? Ho fatto tutto quello che dovevo fare, non so cosa succederà». «Ha continuato a collaborare – ha aggiunto Chiacchio – per cui ritengo che era soddisfatto lui ma alla fine erano soddisfatti anche gli inquirenti. La posizione del Catania migliorata? Questo dovremo valutarlo in occasione del processo». Che si terrà probabilmente il 10 e 11 agosto. Dopo l’avviso di chiusura indagini della settimana scorsa, era stato lo stesso Pulvirenti a chiedere di essere ascoltato e ora la sua collaborazione spera gli consenta di evitare la radiazione e di chiedere (o in fase istruttoria o direttamente al processo) di patteggiare. Alleggerendo così la posizione del club etneo che, nei deferimenti che dovrebbero essere emessi venerdì, sarà rinviato a giudizio per doppia responsabilità diretta (anche per l’ex ad Pablo Cosentino) e per responsabilità oggettiva per l’ex ds Daniele Delli Carri, cui oggi il Tribunale del Riesame di Catania ha negato la revoca dei domiciliari. Abbastanza per retrocedere la società in Serie D. Sei le partite al centro dell’indagine: Catania-Avellino (1-0, del 29 marzo), Varese-Catania (0-3, del 2 aprile), Catania-Trapani (4-1, dell’11 aprile, Latina-Catania (1-2, del 18 aprile), Catania-Ternana (2-0, del 24 aprile) e Catania-Livorno (1-1, del 2 maggio).

Dopo gli arresti (poi revocati) e la confessione alla Procura di Catania in cui ha ammesso di aver comprato per 100mila euro i match per garantire la salvezza poiché era stato «minacciato di morte pesantemente», Pulvirenti ha proseguito quindi la sua collaborazione, probabilmente scaricando Delli Carri. Domani saranno ascoltati, invece, gli ex consulenti del Savona, Enrico Ceniccola e Marco Barghigiani, che proveranno a fornire dettagli sulla partita persa 2-0 con il Teramo (lo scorso 2 maggio) che consentì agli abruzzesi di ottenere la storica promozione in Serie B. Oggi il club di Campitelli ha sospeso il ds Marcello Di Giuseppe, «con l’augurio che lo stesso possa dimostrare nelle sedi competenti la sua estraneità ai fatti emersi nelle indagini della Procura federale».

Anche il Teramo dovrebbe essere deferito per responsabilità diretta, per il patron Campitelli, e oggettiva per Di Giuseppe la cui sospensione potrebbe dividere il futuro giudiziario del club dal ds inguaiato, così come lo è il Savona (rischia come il Teramo la retrocessione), dalle dichiarazioni rese dall’ex allenatore del Savona, Ninni Corda, che sarebbe stato uno dei mediatori assoldati per agganciare i tesserati del club ligure. In particolare, Corda ha parlato della cena cui partecipò a Bisceglie, alcuni giorni prima del match, assieme a Ercole Di Nicola, ds dell’Aquila e Di Giuseppe. Cena in cui gli vennero offerti 70mila euro per assicurare la vittoria al Teramo.