La mamma di Karin: non volevo rifiutare il ricovero

16/04/2013 di
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La mamma di Karin Dalla Senta affida ai suoi avvocati il compito di riferire alcune precisazioni su quanto accaduto. La mamma della ragazza morta in ospedale dopo una diagnosi errata – scrive Il Messaggero – vuole chiarire soprattutto la questione della firma del rifiuto di ricovero della figlia. Il foglio fu sottoposto alla donna in occasione della visita degli operatori del 118, sabato scorso. Quel giorno, alle sei del mattino, dopo che i dolori della ragazza aumentavano, i genitori decisero di chiamare l’ambulanza. All’arrivo degli infermieri, secondo la versione della famiglia, fu subito chiaro che non c’era l’intenzione di portare Karin in ospedale. Gli operatori avrebbero anche rimproverato i genitori della ragazza dicendo che l’ambulanza va chiamata solo nei casi gravi e non per una semplice influenza. La ragazza aveva dolori addominali e vomitava. Gli operatori decisero di darle del “Plasil”, un medicinale usato per il trattamento di disturbi legati all’apparato gastrointestinale.

Prima di andare via – raccontano gli avvocati Oronzo Memmola, Emanuele Ceccano e Jenny Giovannelli al Messaggero – gli operatori hanno chiesto alla mamma di Karin di firmare il foglio dell’intervento. La donna riferisce di non averlo neanche letto, tra l’altro era senza occhiali, e di aver firmato il documento senza sapere assolutamente che si trattava del rifiuto di ricoverare la figlia.

«La nostra assistita – spiegano gli avvocati – ha firmato quel foglio pensando che si trattasse solo di una formalità legata all’intervento dell’ambulanza e alla somministrazione del farmaco. Non è possibile neanche ipotizzare la volontà della mamma di Karin di non far ricoverare la figlia, anzi i genitori avevano chiamato l’ambulanza proprio per questo motivo. Ci chiediamo inoltre come mai il foglio sia stato fatto firmare alla mamma e non a Karin in persona».

  1. E’ vergognoso quanto leggo, queste persone dovrebbero andare a casa e non stare sulle ambulanze. Questa povera mamma ha ragione, in tali momenti si firma senza pensare che è opportuno leggere. Avrei fatto anche io così. Sono momenti di angoscia e ti fidi degli altri.
    Lotti signora, Karin sarà sempre accanto a lei e alla sua famiglia. La abbraccio.

  2. Quanta forza psicologica ci vuole per non farsi giustizia da soli…?

  3. E soprattutto, come detto nel mio precedente intervento, perchè non viene rilasciata copia dell’atto relativo all’intervento che il richiedente o il paziente firmano agli operatori sanitari intervenuti? L’equipaggio è andato via con quel foglio firmato…voglio pensare male…ripeto immaginate dopo il decesso cosa può essere successo..si potrebbero essere messe delle crocette su altre caselle o no? Riposa in pace Karin e dal cielo prega per tutta la tua famiglia e per il tuo findanzato Gianni..purtroppo sono ombre che camminano….distrutte dal dolore…

  4. Apprendendo di questo caso ho rivissuto la storia di mio figlio, grazie a Dio però il finale non è stato così infausto.
    In breve: anno 2008. Due volte in pronto soccorso con dolori addominali e febbre. Per due volte rispedito a casa con diagnosi di “sospetta” cistite.
    Terzo giorno, 5 del mattino dolori lancinanti e febbre alta. Fortunatamente la guardia medica telefonica mi consiglia di chiamare l’ambulanza e così faccio. Entra in pronto soccorso a bordo dell’ambulanza con codice rosso, finalmente si decidono a fare una banale lastra ed apprendiamo la diagnosi: perforazione intestinale.
    Operato d’urgenza, stomizzato per quattro mesi e rioperato per canalizzazione. Convalescenza complicata….poi, dopo mesi di sofferenza, fine dell’incubo. Età di mio figlio all’epoca: 31 anni. Il mio pensiero va alla povera ragazza che non ce l’ha fatta e alla sua famiglia. Lottate per avere un pò di giustizia in un Paese che la nega sempre di più.

  5. a mia nonna di cento anni incapace di comprendere per via dell’ eta’ in un noto ospedale di latina hanno fatto “firmare” il foglio informativo e di consenso ad un operazione chirurgica prendendogli l’ impronta del dito.Manco si e’ accorta dedel perche’ avesse il dito blu…

  6. È ora di finirla …chi sbaglia deve pagare
    Spero che l’operatore del 118 abbia una coscienza.. lui sa cosa è successo.
    Ora si vuol dare la colpa alla mamma.. perché non hanno fatto firmare la figlia visto che era maggiorenne..
    Cosa dice la prassi….
    Il fatto che viene preso tutto con semplicità…
    Condoglianze alla famiglia..
    Ciao angelo..

  7. Anche a me e successa una cosa simile…il 23 di ottombre vado in ospedale kon dolori addominali e febbre a 40 ma la dottoressa mi rimando a casa dicendo che avevo un virus che girava al momento e mi ha dato delle pasticche…ma nn le ho mai prese…il giorno dopo vado dal mio dottore di famiglia e mi disse che stavo in appendicite imperitonite e che dovevo correre in ospedale x operarmi che poteva succedermi di tutto…cercate di capire che questo ospedale non e buono e la mamma di questa povera ragazza a tutte le ragione in quel momento non poteva capore cosa stava x fare o kosa ci stava scritto…le mie piu liete condoglianze alla famiglia di questa ragazza :(