Goodyear, nuovo processo per gli operai morti di tumore

09/05/2012 di
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Ancora Goodyear, ancora operai morti per tumori causati dalle condizioni di lavoro, dalle sostanze che venivano respirate dai 1.300 lavoratori nello stabilimento di Cisterna. Queste le accuse che saranno oggetto del secondo processo ai vertici della multinazionale.

L’inchiesta bis è sostanzialmente uguale alla prima, cambiano solo i nomi degli operai morti (in questo caso sarebbero 19) perché mentre si celebrava il primo processo sono decedute altre persone che non potevano essere considerate. Una strage silenziosa che è proseguita negli anni tanto che è in corso anche una terza tranche dell’inchiesta, per ulteriori operai morti.

Ieri il giudice Nicola Iansiti ha rinviato a giudizio tre persone: Antonio Corsi, il legale rappresentante della Goodyear Italia dal 1996 al 2001; Pierdonato Palusci che ricoprì la stessa carica dal 1990 al 1996; Adalberto Muraglia, direttore dello stabilimento dal 1995 al 1999. Per gli altri otto indagati, tutti stranieri, sono stati rimessi gli atti al pm solo per effettuare la traduzione in inglese e poi notificare l’avviso di conclusioni indagini. Un lavoro che potrebbe essere concluso in circa un mese per poi procedere a una nuova udienza preliminare dall’esito abbastanza scontato, in virtù del rinvio a giudizio di ieri. Gli indagati americani sono: Arthur Soares, Eugene Culler; Richard Grano; Arthur Ricchiuti, edward Lucas, Charles Grunder; Michael Murphy e Jeffrey Smith.

Il rinvio per la traduzione degli atti potrebbe comportare l’unificazione dei procedimenti Goodyear bis e ter, nel caso i tempi fossero compatibili. Una eventualità che consentirebbe un unico processo con tempi più rapidi, ipotesi di certo auspicabile sia per l’accusa che per le parti civili.

Il primo filone del caso Goodyear si concluse in primo grado con la condanna degli ex dirigenti a complessivi 21 anni di reclusione e al risarcimento dei danni. Secondo l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Gregorio Capasso, gli operai sono deceduti per tumori causati dall’ambiente di lavoro altamente insalubre per la presenza di amianto e altre sostanze tossiche con le quali i lavoratori convivevano ogni giorno, senza adottare le protezioni previste dalla legge. Le inchieste bis e ter si sono estese anche ad altre persone, coinvolgendo altri dirigenti per un totale di 12 persone, una delle quali nel frattempo è deceduta.

I dirigenti della multinazionale sono difesi dallo studio legale De Simone e Severino, anche se il ministro ha rinunciato all’incarico difensivo degli imputati ora difesi dai colleghi di studio. I legali delle parti offese sono Luigi Di Mambro, Michela Luison, Mario Battisti, Luca Petrucci, Cristina Michetelli, Cristiano Montemagno, Agrippina Porcelli ed Ezio Bonanni. Prima udienza del processo il 15 novembre davanti al giudice monocratico Ferri.

LA STRAGE SILENZIOSA. Molti ex lavoratori della Goodyear di Cisterna si sono riuniti in un’associazione e hanno effettuato una sorta di censimento dei colleghi ammalati o morti per tumori presumibilmente collegati alle condizioni di lavoro nello stabilimento, dove si passavano intere giornate a contatto con sostanze altamente tossiche senza le adeguate protezioni.
In base ai dati raccolti, che conteggiano anche coloro che non hanno partecipato a nessuna azione giudiziaria, è stato individuato un numero assolutamente allucinante: oltre 200 morti per malattie forse collegate all’attività lavorativa. Decessi dilazionati negli anni che hanno portato a ben tre inchieste diverse a carico dei dirigenti della multinazionale.