VIDEO/Coppia di Latina filma la strage di Tunisi

24/03/2015 di
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Una coppia di Latina ha filmato momenti drammatici durante la strage di Tunisi. Il video è stato girato all’interno del museo da una coppia di turisti di Latina: Marcello Salvatori e la moglie Maria Rita si trovavano in crociera sulla Costa Fascinosa per per festeggiare i sessant’anni di lui. I due hanno scelto di aggregarsi alla visita guidata che li ha portati nel maestoso palazzo adiacente al Parlamento. Maria Rita sta riprendendo i mosaici, tutti guardano all’insù. Fino al primo colpo: “Pensavamo che fosse caduta una statua”, racconta Marcello. Il video è stato pubblicato da Repubblica.it.

All’inizio nessuno infatti si agita, ma passano appena pochi secondi e si sente una raffica. Nelle scale è entrato in azione il commando di terroristi, la comitiva di italiani ancora non lo sa ma è chiaro che sta succedendo qualcosa di grave e tutti si mettono in fuga nella direzione opposta. La piccola videocamera nelle mani di Maria Rita continua a riprendere, lei ha dimenticato che fosse accesa. E intanto continuano le esplosioni.

“Sembravano bombe”, dice Marcello. Le persone riprese nel filmato corrono attraverso il labirinto di saloni, poi passano da una porta indicata dalla guida turistica e si ritrovano in una scala secondaria. Qualcuno fa domande, altri raccomandano di stare in silenzio. Fin quando arrivano tre giovani tunisini che aiutano la comitiva ad uscire. Le riprese a questo punto si fermano. Marcello, Maria Rita e gli altri vengono portati in una caserma, al sicuro. Una donna del gruppo è stata ferita lievemente da un proiettile o da una scheggia ma a poca distanza da loro qualcun altro era stato centrato dalle raffiche: “Una persona che era in quelle sale è caduta a terra, credo sia morta”, riferisce Marcello.

Il bilancio finale della strage è di 22 morti, quattro dei quali italiani. I due coniugi di Latina raccontano che una volta risaliti sulla nave hanno ripensato a ciò che avevano vissuto e sono scoppiati a piangere: “Non riuscivamo a credere di esserne usciti vivi”.