Traffico di rifiuti, le mazzette erano “caffè”. Tredici arresti

19/02/2019 di
nunzia-delia

In gergo li chiamavano «caffè» ma nella realtà non erano altro che mazzette chieste per chiudere un occhio e non intralciare un vasto e ramificato traffico illecito di rifiuti. Soldi, anche cifre minime tra i 30 e i 50 euro, che tre dipendenti infedeli del centro di raccolta di Mostacciano dell’Ama (l’azienda di Roma che si occupa di ambiente e rifiuti) intascavano da imprenditori o da appartenenti ad una famiglia rom. Il sistema illecito è stato smantellato oggi nel corso di una operazione di carabinieri e polizia locale, coordinata dai magistrati della Dda di Roma, che ha portato all’emissione di 23 misure cautelari (di cui 13 ai domiciliari) e al sequestro di 25 autocarri.

I tre dipendenti Ama, accusati anche di corruzione e peculato, lasciavano scaricare nel centro di Mostacciano ad alcuni imprenditori rifiuti speciali, come esempio residui dell’attività edilizia, che avrebbero dovuto avere altra destinazione e un costo di trattamento superiore prima dello smaltimento. Nella filiera un ruolo importante era svolto dagli appartenenti alla famiglia rom dei Seidovic che prelevavano dal centro i rifiuti elettrici e metallici, li bruciavano nei campi nomadi, causando tra l’altro roghi tossici, al fine di estrarre metalli che venivano poi venduti a centri rottami gestiti da privati tra cui quello di Cisterna di Latina e Ferrauto di Fiumicino.

Secondo quanto accertato dagli inquirenti la famiglia rom ha realizzato da questa attività illecita nel solo ultimo anno, profitti per circa 52 mila euro. L’indagine, coordinata dai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Nunzia D’Elia, era partita da un esposto presentato da un comitato di quartiere di Mostacciano che ha segnalato attività anomale all’interno del centro di raccolta.

Gli inquirenti hanno anche accertato che la famiglia rom utilizzava bambini e minori per effettuare la raccolta dei rifiuti. Nell’ambito della maxi operazione gli agenti della polizia locale hanno provveduto allo smantellamento di un insediamento abusivo in via Pontina Vecchia.

Sei le baracche abbattute, con la collaborazione di personale e mezzi del Servizio Giardini, una delle quali adibita a palestra. L’intera area, di circa 3.000 mq, è stata posta sotto sequestro e quattro occupanti, tre uomini ed una donna di nazionalità bosniaca, sono stati denunciati per reati ambientali.

«Il tempo del malaffare, dei traffici illeciti e delle speculazioni sui rifiuti sta finendo – ha detto il sindaco di Roma Virginia Raggi – sconti non se ne fanno e sicuramente Ama adotterà i provvedimenti del caso nei confronti dei dipendenti infedeli. A noi spetta continuare a gestire un settore fondamentale per la vita della città, quale quello dei rifiuti, tenendo la barra dritta».