La mamma di Desiree: Non era abbandonata, pensavamo andasse a Sezze non a Roma

26/10/2018 di

Era solo una ragazza di 16 anni Desiree Mariottini, un groviglio di sogni, desideri, contraddizioni che si porta dietro un’età che non è già adulta ma non più da tempo infanzia. Una ragazzina con l’apparecchio ai denti e quella vanità acerba, buffa, gentile restituita da mille foto.

«Era inquieta nell’ultimo periodo, forse appariva esuberante, era un po’ cambiata sì, era nervosa, sfuggente, non più precisa e puntuale», racconta l’avvocato di famiglia Valerio Masci.

La famiglia per Desiree era quella materna, i nonni Ottavio e Patrizia Mariottini, conosciuti e stimati a Cisterna di Latina, dove la ragazza viveva. Due professionisti: nonno Ottavio sindacalista, nonna Patrizia dipendente del ministero di Grazia e Giustizia.

E naturalmente la madre Barbara che lavora alla Regione Lazio, che ha cresciuto le due figlie senza il papà di Desiree, Gianluca Zancheddu, un passato di conti con la giustizia.




Desiree viveva un po’ dai nonni e un po’ dalla mamma, faceva la spola tra le due case. «Non era abbandonata, non sapevamo che Desi frequentasse Roma, noi sapevamo che andava a Sezze oltre che avere amici qui a Cisterna dove frequentava l’Istituto Agrario. Non riusciamo a capire ancora come sia arrivata a Roma e in quel posto», dice ora – attraverso il legale di famiglia – la madre Barbara disperata. Lei fino alla fine ha sperato le riportassero Desi poi il giorno del ritrovamento del cadavere si è anche recata davanti allo stabile dove la figlia ha incontrato l’orrore prima di morire.

«Non capisco come ci è arrivata lì, chi ce l’ha portata», ripete chiedendo giustizia.

«Non voglio capiti più a nessun’altra ragazza, a nessuna mai più», dice Barbara che si è chiusa nella sua casa a Cisterna di Latina. Nella cittadina pontina si dice che i genitori avevano capito che quella ragazzina poteva avere preso una strada diversa dalla solita. Sembra che il papà proprio fosse intervenuto per dissuaderla dal frequentare certe persone.

«Ma nessuno immaginava certe cose, poi certo hanno trovato il cadavere lì. Ma io ricordo che Desiree amava l’arte, amava i colori. Io sono l’avvocato ma anche un amico di famiglia e la conoscevo abbastanza bene – continua Masci – La definivo quasi una artistoide. Studiava all’agrario ma voleva segnarsi all’Istituto d’Arte. Non posso immaginare che stesse frequentando cattive compagnie».

L’ultima telefonata Desiree l’ha fatta alla nonna Patrizia: «ho perso il bus, dormo da un’amica». Ma a 16 anni ha varcato il cancello di un non luogo al centro di Roma ed è stata inghiottita. Le indagini dicono che in quell’inferno Desiree potrebbe aver avuto rapporti sessuali in cambio di droga, perché a volte la vita anche a 16 anni può essere brutta. E il mondo spesso lo è ancora di più: Desi va in overdose per un mix letale e chi poteva aiutarla, almeno 7-8 persone secondo testimoni, ne approfitta e la lascia morire. «Non deve accadere più a nessuna ragazza». È questo il suo testamento. (fonte Ansa)