TRAGEDIA DI VENTOTENE, IMPOSSIBILE PARLARE DI FATALITA’

24/05/2010 di

Gentile redazione,

il sindaco di Ventotene Geppino Assenso e i membri della sua giunta si
stanno affannando a più non posso per chiudere le porte della stalla in
questi giorni di inizio stagione, ma i buoi sono già scappati, e da un
pezzo!

È inutile ora piangere di fronte alle TV e ai giornali dicendo che lui e i
suoi consiglieri non potevano fare nulla, che sono stati gli uffici della
Regione a non dargli i soldi per mettere in sicurezza le pareti rocciose
dell’isola, che mai c’erano stati segnali d’allarme per Cala Rossano, che
si è trattato di una tragica fatalità…

Il padre di Sara Ranuccio, una delle due ragazzine rimaste uccise nella
frana avvenuta sulla spiaggia di Cala Rossano lo scorso 20 aprile lo dice
chiaro e tondo: parlare di fatalità è un insulto al buon senso!

E infatti la giunta Assenso di soldi ne ha avuti, eccome, negli ultimi
anni; le casse del minuscolo Comune pontino incamerano infatti annualmente
svariati milioni di euro concessi da Regione, Ministeri, Protezione Civile,
Provincia e persino Comunità Europea. Ma si è sempre preferito chiederli –
e spenderli – per fare strade inutili, per costruire faraonici impianti
sportivi o per restaurare la chiesetta all’interno del carcere di S.
Stefano, che nel frattempo è stato chiuso per pericolo di crolli. Insomma
soldi per ricoprire di nuovo cemento l’isola quanti ne vuoi, ma per la
reale messa in sicurezza dei luoghi pubblici ben pochi. E, paradossalmente,
quando la Direzione Difesa Suolo del Ministero dell’Ambiente concede – come
avvenuto nel 2007 – quasi 2.000.000 (due milioni!) di euro per la messa in
sicurezza dell’area del Porto Romano, e dunque anche di Cala Rossano, tali
fondi non vengono spesi.

Come si fa poi a parlare di fatalità quando tutti i Ventotenesi sanno
benissimo che nella zona della frana solo qualche mese fa c’erano evidenti
cartelli di avviso crolli e persino transenne, che poi sono spariti vuoi
per incuria, vuoi per altri motivi, e che nella zona per oltre cinque volte
in pochi anni si è intervenuti con lavori di somma urgenza?

E così mentre il sindaco inscena il pianto greco, l’economia del turismo
della piccola isola va a farsi benedire, visto che nessuno vuole più andare
in vacanza sull’isola della morte, dove se ti va bene come vicino di
ombrellone in spiaggia ti ritrovi un nerboruto operaio della ditta che ora,
e solo ora sta lavorando per la sicurezza.

Maria Bosso