CRISI POLITICA, QUALE FUTURO PER LATINA?

19/04/2010 di

Gentile redazione,

dopo aver letto le dichiarazioni di Vincenzo Zaccheo, all’indomani della crisi ineludibile seguita alle sue esternazioni, deprecabili e censurabili, sento la necessità di esprimere le mie considerazioni con una forma di massima pubblicità.

È per questo, egregio Direttore, che le chiedo di dare lo spazio che riterrà opportuno per questa mia missiva.

Si legge, nelle dichiarazioni dell’ex-sindaco, che a Latina l’azione di governo può essere sintetizzata con le parole “Futuro”, “Sviluppo” e “Crescita”. Non dubito che qualcuno abbia veramente creduto in queste idee di progetto per Latina ma non riscontro alcun segnale di quanto dovrebbe, appunto, sintetizzare l’operato della Giunta di Zaccheo.

Del futuro parlerò a breve ma, analizzando le altre due parole è lecito domandarsi: quale sviluppo? La continua delocalizzazione di imprese, nazionali e multinazionali, che per il territorio costituivano la colonna portante del sostentamento di migliaia di famiglie? Quale crescita? Una progressiva riduzione del reddito procapite che, quando esistente, è quasi sempre frutto di una fonte d’impiego precario che non offre alcuna garanzia di sostentamento futuro?

A proposito di futuro: chi scrive ha scelto di trasferirsi, con l’intera famiglia, all’estero. Ciò in ragione non di una velleità esterofila – che è molto di moda oggigiorno – piuttosto perché la piazza professionale di Latina non offre spunti e prospettive per i giovani professionisti seppur, come nel mio caso e di mia moglie, abbiano alle spalle uno studio commercialista avviato e gestito egregiamente dal suocero da oltre trent’anni.

Zaccheo ha sempre snobbato alcune indicazioni che già facevano breccia da più parti; molte di queste convergevano sulla modalità migliore per interpretare il ruolo di governo locale: attraverso la condivisione. A partire dal gruppo di Cirilli, che certo non era sconosciuto all’entourage dell’ex-sindaco, per passare dalla lista di Cappelletti, da quella di Luigi Gallo ma anche attraverso alcuni noti portali internet  locali che raccolgono le opinioni e le insoddisfazioni dei cittadini, tutti concordavano sull’idea di creare delle consulte cittadine, alternative alle obsolete, inutili e servili circoscrizioni, ove poter creare un laboratorio democratico capace di tradurre le effettive esigenze locali in azioni di governo politico cittadino.

Personalmente ho tentato più volte di far percepire all’ex-sindaco l’esigenza di creare un clima interno fertile per lo sviluppo di un progetto di partecipazione cittadina che conducesse, poi, alla pubblicità di tutto quanto si veniva a tradurre in azioni amministrative. Una pubblicità che doveva tradursi anche in documenti di facile lettura per il cittadino che finalmente sarebbe stato in grado, indipendentemente dal proprio livello culturale, di capire l’operato dell’amministrazione e di approvarlo o bocciarlo, ciò ancor prima di giungere all’urna elettorale.

Documenti come il “Bilancio Sociale” o anche, o meglio, il “Bilancio Partecipato” capaci di smarcarsi dalla asettica rappresentazione numerica e di offrire un panorama completo ed intellegibile delle scelte politiche locali. Ovviamente, tutto ciò è vero solo in presenza di un elevato grado di onestà intellettuale.

Mi secca essere stato un po’ nemo propheta in patria e non aver trovato credito presso chi ho sempre sostenuto al di là dell’ovvietà di palesi comportamenti ambigui che non sono certo passati inosservati ai mass media e che, in ultimo, hanno avuto conferma con la trasmissione del video, attraverso una nota trasmissione di Canale 5, della conversazione tra la neo-governatrice del Lazio e l’ex-sindaco Zaccheo.

Oggi, trovandomi lontano dalla mia città, in un clima di serenità ed onestà intellettuale, devo scusarmi con chi troppe volte ho inteso contrastare per mera scelta di campo e devo affermare che essi avevano ragione. Tuttavia, non concordo con chi ha la tendenza a generalizzare ed a fare associazioni semplicistiche, inveendo contro tutto e contro tutti coloro che siano stati parte di quel sistema che si sta oggi giudicando. Molte persone, donne e uomini, hanno lavorato alacremente ed in silenzio non certo per il bene di Zaccheo e dei suoi amici bensì per quello dei cittadini, amici, vicini di casa o semplici conoscenti che di volta in volta manifestavano problematiche ed esigenze.

La proposta più sensata che dovrebbe essere fatta è quella di creare finalmente un clima di condivisione, delle scelte, dei progetti, delle azioni, delle decisioni di spesa e d’investimento. Questa volta, però, che non restino solo delle parole che risuonano nei soliti comizi elettorali ma che siano un impegno concreto e soprattutto vincolante per chiunque succeda al governo della città di Latina.

Giovanni Catania