QUELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE CHE LIMITANO OGNI LIBERTA’

14/11/2009 di

Pubblichiamo una lettera inviata al Comune di Latina – assessorato ai Servizi Sociali e alle associazioni di disabili.

Mi chiamo Aldo Palazzese e sono un ragioniere commercialista iscritto
all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Latina
dal 1996.

Sono disabile, ed essendo costretto a vivere su una sedia a rotelle, questa
mi accompagna in ogni attività personale e professionale.

Per legge i commercialisti sono obbligati a frequentare un certo numero di
eventi formativi ogni anno, sotto pena di sanzioni disciplinari, ed
osservante di tale precetto mi sono recato presso la sala dell’Hotel ove si
tenevano gli eventi in data 11/09/09 e in data 10/11/2009 per poter
assistere ai due incontri accreditati  dall’Ordine di Latina. Al primo, come
al secondo, a causa dell’esistenza di barriere architettoniche (gradini di
scale), potevo accedere soltanto grazie all’aiuto dei miei familiari e di
alcuni colleghi che mi hanno permesso di superare le scale. Tutto ciò in
evidente assenza degli ausili minimi previsti per legge atti a consentire
l’accesso, nei locali pubblici, ai diversamente abili.

Ho scritto una mail a tutti i Consiglieri lamentandomi di tale accadimento
che ha limitato la mia libertà personale, e di professionista, al punto che
senza il gradito ed imprevisto aiuto non avrei potuto partecipare agli
eventi in parola.

Con sorpresa il Consigliere Segretario dell’Ordine mi ha risposto sostenendo
che era mia la responsabilità dell’accaduto per non essermi prenotato, in
quanto se mi fossi messo in lista (dando evidentemente per scontato che nel
prenotarmi mi sarei peraltro dovuto identificare come disabile) gli
organizzatori avrebbero fatto in modo di farmi superare, quelli che lui
definisce i "due o tre soli gradini presenti". La realtà è invece che se
fossi stato un normodotato, al pari di quello che accade per gli altri
colleghi, che dimentichi di effettuare la prenotazione assistono ugualmente
agli eventi in parola, avrei potuto tranquillamente accedere alla sala ed
assolvere come tutti al mio obbligo formativo.

Del resto l’Ordine di Latina non è nuovo ad insensibilità in materia di
disabilità, come la scelta della neo-sede di per sé testimonia. Infatti
dall’inizio del 2008 si è abbandonata una sede al piano terra, per me
agevolmente accessibile, per passare a degli uffici collocati al primo piano
ove, in caso di guasto agli ascensori o di assenza di corrente, non potrei
entrare, o peggio uscire. 

L’accaduto è sconfortante e forse bisognerebbe fare dei corsi formativi di
umanità prima che di fiscalità.   

Latina, 13/11/2009. Rag. Aldo Palazzese