Dormitorio, il Partito Comunista attacca il Comune. Ciccarelli sbotta: Ennesima narrazione tossica

05/05/2019 di

Il Partito Comunista di Latina attacca: “Il dormitorio per l’emergenza freddo è chiuso dal 15 marzo nonostante le temperature siano rimaste al di sotto della media e la pioggia non accenni a smettere, ma questo all’amministrazione Coletta pare non turbare più di tanto il sonno. Dovevano cambiare il libro, non hanno voltato pagina ed hanno addirittura cancellato il concetto di assistenza agli ultimi”. Il partito invoca le precedenti amministrazioni che “non sospendevano il servizio per l’emergenza freddo finché le condizioni climatiche non erano migliorate. Nel 2012 si chiuse il servizio la mattina del 2 maggio, provocando tra l’altro l’occupazione dei portici del comune da parte dei senzatetto. Ci si aspetta sempre qualcosa di più, da parte di chi dice di voler cambiare, o meglio, non ci si aspetta che il cambiamento sia in peggio, ma ormai l’amministrazione Coletta ci sta abituando al cambiamento in peggio. Unica speranza per i poveri latinensi è che arrivi la bella stagione”.

La replica pungente arriva dall’assessore ai Servizi Sociali Patrizia Ciccarelli attraverso un lungo post su Facebook:

“Resto allibita di fronte all’ennesima narrazione tossica dei comunisti italiani in tema di politiche di accoglienza a bassa soglia del Comune di Latina. Con ossessività si torna ancora una volta su questo argomento all’insegna del “si stava meglio quando si stava peggio”.

Per carità ognuno è libero di praticare lo sport che gli è più congeniale, ma a tutto c’è un limite e quindi, anche se ci sarebbe ben altro di più urgente da fare, tocca spendere un po’ di tempo per ristabilire la verità a beneficio del sacrosanto diritto che ha la cittadinanza di conoscere l’operato dei propri amministratori e amministratrici:

1. Il distretto LT2, di cui il Comune di Latina è capofila, è l’unico distretto, in tutto il territorio provinciale ad essersi dotato di un dormitorio aperto tutto l’anno e di un Servizio di Pronto Intervento Sociale contattabile tutti i giorni h24 attraverso il numero verde 800212999.

2. In inverno l’Accoglienza notturna viene potenziata per rispondere all’emergenza freddo con un servizio che dal 2018 non è più affidato alla emergenzialità ma incardinato nella programmazione del sistema dei servizi distrettuali, il che ha consentito di attivare (Latina prima nel Lazio!!) già dal primo Dicembre, la nuova struttura invernale “Santa Maria De Mattias” in Viale XXIV Maggio, dotata inizialmente di 60 posti letto divisi in due camerate, uomini e donne e successivamente ampliata, fino ad arrivare a 81 posti letto. I numeri raggiunti in questa stagione non si erano mai visti negli anni precedenti.

3. Dal 7 gennaio 2019 è stato prolungato l’orario di accoglienza per affrontare il calo delle temperature. Per circa un mese la fascia oraria dei dormitori è stata la seguente: 19-10 e apertura pomeridiana dalle ore 15 alle ore 17.

4. Il dormitorio invernale è stato chiuso il 31 marzo (e non il 15) e solo dopo aver valutato che le condizioni climatiche avrebbero potuto consentirlo e aver attivato uno specifico sportello di segretariato sociale per l’individuazione delle prese in carico più urgenti con relativo trasferimento nel CAN attivo per tutto l’anno in di Via Aspromonte.

5. Gli anni rimpianti dai comunisti italiani (“nel 2012 il dormitorio ha chiuso il 2 maggio”) sono gli anni in cui a Latina non era ancora aperto un dormitorio stabile attivo 365 giorni l’anno e l’emergenza freddo, ubicata in un capannone con soli 30 letti e con servizi igienici inadeguati, era affidata alle associazioni di volontariato. Si vadano a rileggere su web gli articoli in argomento di quegli anni! Ognuno è naturalmente libero di rimpiangere le atmosfere romantiche dell’epoca confrontandole con quello che viene definito l’attuale approccio “burocratico”, io però continuo a preferire l’attuale programmazione, strutturazione e continuità dei servizi.

Questi – conclude Patrizia Ciccarelli – sono i fatti e sono sotto gli occhi di tutti. Chiaro è che quando si lavora con le persone, soprattutto se in condizioni di estrema fragilità, si può e si deve sempre fare di più, ma da qui a disconoscere, anche con la menzogna, l’impegno profuso da questa amministrazione per potenziare, stabilizzare e qualificare il servizio di emergenza sociale ce ne corre. Sinceramente apprezzerei che una piccola dose di queste energie fosse impiegata dai comunisti italiani per sollecitare gli altri distretti della provincia a munirsi di un servizio integrato di emergenza sociale perché questo si rappresenterebbe un salto di qualità e consentirebbe una maggiore sostenibilità per il futuro, visto che Latina viene percepita in un’area sempre più vasta, come unico territorio sul quale è possibile trovare una risposta. E la domanda ahimè è in crescita, anche grazie al famigerato decreto “sicurezza”, sul quale invece non mi dispiacerebbe ascoltare qualche parola in più”.