LETTERA Zaccheo: Perché Coletta non pensa al nuovo ospedale di Latina?

30/07/2017 di
vincenzo-zaccheo

di Vincenzo Zaccheo

La salute, bisogno primario di una comunità, lo stato delle strutture sanitarie, l’organizzazione e l’operato del management della nostra Asl sembrano argomenti improvvisamente scomparsi dal dibattito politico cittadino. Eppure parliamo di temi fondamentali per rispondere ai bisogni della nostra comunità.

Mi sono recato in questi giorni presso l’ospedale Santa Maria Goretti, dove pur potendo apprezzare l’impegno, il lavoro e la grande professionalità del personale medico e para medico non ho potuto fare a meno di notare il decadimento strutturale e l’inadeguatezza di un’edificio progettato negli anni ’50 e vecchio oramai di mezzo secolo.
Purtroppo, il Santa Maria Goretti non risponde più agli standard di legge e di sicurezza previsti per un ospedale moderno e funzionale: una struttura che non è stata nemmeno in grado di garantire il decollo del Dea di Secondo Livello che come tutti ben sappiamo ha bisogno di impianti, attrezzature e unità specialistiche adeguate. Per non parlare poi delle criticità che sviluppa per l’ubicazione e il traffico generato.

Durante il mio mandato segnalai con forza alla Regione e alle altre istituzioni questo stato di cose, chiedendo che venissero affrontate con urgenza. La Pisana convenne con me, visto l’enorme esborso economico necessario per adeguare una struttura vecchia come il Santa Maria Goretti, che fosse più utile costruire una nuova struttura. Il Policlinico di Latina venne approvato alla unanimità in Consiglio Comunale da tutte le forze politiche, alla stessa maniera unanime venne approvato in Regione, raccolse il parere favorevole e incondizionato della Conferenza dei Sindaci e del presidente dell’ordine dei medici Giovanni Maria Righetti, oltre ad essere stato già inserito nel piano socio sanitario della stessa Regione Lazio.

Oggi che si registrano ancor di più carenze di posti letti, migrazioni sanitarie, tempi di attesa per prestazioni e ricoveri sempre più lunghi questo progetto va portato avanti senza esitazioni. Non capisco dunque perché nel programma del Sindaco Coletta, che tutti conosciamo come medico apprezzato, non ci sia la priorità di un impegno per il nuovo ospedale a servizio dei nostri concittadini, invece di parlare di un generico adeguamento e ampliamento del Santa Maria Goretti: soluzione che è stata gia bocciata in passato dalla stessa Regione.

Costruire col project financing voluto dalla Regione stessa, una struttura moderna a servizio della nostra comunità in prossimità di una grande arteria stradale come la bretella di collegamento alla Roma – Latina, nell’area già individuata di Borgo Piave è la soluzione per cui dovrebbero lavorare le forze politiche al governo di questa amministrazione. Ne trarrebbe vantaggio tutta la città e anche la facoltà di Medicina con la realizzazione di una forte integrazione tra università-ricerca ed ospedale.

Ma non è solo lo stato del nostro ospedale che deve preoccupare i nostri concittadini, perché altrettanto fondamentale per i loro bisogni di salute sono l’organizzazione e l’operato del management aziendale della nostra Asl, in primis il Commissario Giorgio Casati, che su questo come su altri temi è colpevolmente latitante.
Sarebbe dunque opportuno da parte del nostro primo cittadino che, non dimentichiamolo è anche presidente della conferenza dei sindaci, chiedere alla Regione i motivi di un cosi lungo commissariamento dell’Azienda Sanitaria Locale. A Roma vogliono far finta di equiparare le funzioni di Direttore Generale a quelle di Commissario, quasi ad allontanare il sospetto che per Casati possano esistere motivi di incompatibilità (decreto legislativo 8 aprile 2013 n. 39 e decreto legislativo 30 dicembre 1992 n.502) o di inconferibilità (decreto legislativo 8 aprile 2013 n.39, articoli 5,8,10 e 14). Un sospetto che blocca di fatto il corretto operare di un’Azienda Sanitaria, anche per via della mancata dichiarazione della condizione di conferibilità e di compatibilità, di cui non vi è traccia sul sito Asl e sul sito della Regione Lazio.

Se a questo aggiungiamo anche il fatto che l’atto aziendale del 2015 non è stato ancora approvato dalla Giunta Regionale, indebolendo così tutta l’organizzazione interna delle strutture operative, abbiamo il quadro completo dello stato di precarietà della nostra Asl.
Oggi la timidezza mostrata dal sindaco nell’affrontare questi temi nelle sedi opportune, come poteva essere l’ultima conferenza dei sindaci tenutasi poco più di una settimana fa, ci rende tutti molto più deboli nella difesa del diritto alla salute dei nostri concittadini.

Un atteggiamento incomprensibile, a meno che Coletta non voglia evitare di commettere una sorta di ‘sgarbo istituzionale’ verso Asl e Regione Lazio. Ma su questa vicenda del ruolo di Casati trovo strano anche l’atteggiamento mostrato dal Pd e dal consigliere Regionale Enrico Forte che mi pare fino ad oggi non abbiano mai obiettato nulla.

In ultimo, è altrettanto incomprensibile il fatto che finora il nostro sindaco non si sia espresso sulla vicenda che ha visto la Regione negare l’autorizzazione alla Fondazione Roma per l’installazione del Tomografo Ibrido Pet-Rm di ultimissima generazione presso i locali del Centro di Alta Diagnostica realizzati grazie ad un accordo di Programma tra Comune, Provincia, Fondazione Roma e Università. Rimandare a settembre la discussione del problema in Consiglio Comunale, come vorrebbe fare Coletta, significherebbe perdere l’opportunità di un ricorso al Consiglio di Stato. Per questo mi auguro e auspico un sussulto d’orgoglio delle altre Istituzioni, ad iniziare dalla Provincia e dal suo presidente Eleonora Della Penna. Un’azione istituzionale, affiancata magari dalle categorie produttive, dall’ordine dei Medici e dagli altri ordini professionali, dall’Università e dalle associazioni degli studenti di Medicina; sarebbe oggi il miglior modo per tutelare le ragioni dei nostri concittadini e la loro salute.

Non affrontare questi temi così delicati e fondamentali sta costando in un prezzo elevatissimo alla nostra comunità: l’indebolimento della risposta ai bisogni di salute, un diritto primario di tutta la comunità locale e provinciale.

Vincenzo Zaccheo

  1. Signor ex onorevole Zaccheo, se lei avesse mostrato lo stesso interessamento che sta portando avanti negli ultimi mesi quando è stato sindaco di Latina e Membro del Parlamento, oggi forse non avremmo da pensare a:
    – come sistemare una macchina amministrativa sotto dimensionata e con alcuni vertici sotto inchiesta (in una di questa, ancora in corso, c’é anche lei ed un ex dirigente);
    – come uscire fuori da possibili contenziosi che potrebbero cadere sulle spalle dei cittadini (ricorda la storia della Metropolitana?);
    – eccetera eccetera eccetera…

    Pungolare e criticare chi governa è il sale della democrazia.
    Ma lei non è uno qualunque. Lei ne ha avute di responsabilità politiche e gestionali.