Ex terrorista nero sgozzato a Guidonia

07/10/2010 di

Un passato da terrorista alle spalle e poi la sua veste di collaboratore di giustizia e quella di marito di una ex terrorista di sinistra. Ma ultimamente a Guidonia, alle porte di Roma, era conosciuto solo come Sergio Calore, tranquillo 58/enne con l’hobby della campagna. E proprio nel suo casolare, a Guidonia, l’ex terrorista di Ordine nuovo, è stato trovato sgozzato: un taglio alla gola provocato da un piccone e il suo corpo in un lago di sangue. L’ex terrorista è stato ucciso, dicono in serata gli inquirenti dell’arma, in un contesto ancora tutto da chiarire. L’arma del delitto, trovata insanguinata dai carabinieri durante un sopralluogo, potrebbe condurre gli investigatori dell’Arma a ipotizzare che l’omicidio possa essere stato un delitto d’impeto. Calore forse, ipotizza un investigatore, potrebbe essere arrivato nel casolare ed aver sorpreso qualcuno che non conosceva. Per arrivare alla verità saranno fondamentali anche i rilievi scientifici degli investigatori dei carabinieri che stanno cercando di capire se nel casolare ci possa essere stata ad esempio una colluttazione e se l’assassino possa aver lasciato tracce. A dare l’allarme ai carabinieri è stata la moglie, preoccupata dal mancato rientro a casa del marito. Sergio Calore è stato considerato uno dei principali pentiti del terrorismo nero: l’ex terrorista infatti con le sue dichiarazioni ha contribuito a ricostruire gran parte della storia dell’eversione di destra in Italia. Calore è stato implicato in una serie di attentati e omicidi legati anche a traffici di armi e spionaggio. Venne arrestato nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Antonio Leandri, nel dicembre del ’79 a Roma in piazza Dalmazia. L’ex terrorista infatti faceva parte di commando che voleva assassinare l’avvocato Giorgio Arcangeli, però per un errore di persona venne ucciso l’operaio Antonio Leandri. Una volta in carcere cominciò a collaborare con la giustizia e preziose furono le sue dichiarazioni nell’ambito dell’omicidio del giudice Vittorio Occorsio così come in quelle nel processo sulla strage di piazza Fontana. Il suo nome attorno alla metà degli anni ’80 fu legato indissolubilmente a quello di un’altra ex terrorista degli anni di piombo, Emilia Libera, conosciuta con il nome di battaglia di Nadia. Il loro amore nacque tra le mura del carcere di Paliano dove nell’89 erano detenuti. Per il giudice milanese Guido Salvini, il magistrato che per trent’anni ha indagato sui terroristi neri e sulla strage di piazza Fontana, Calore è stato «uno dei primi e dei non molti pentiti dell’estrema destra» che fin dal 1984 aveva reso «dichiarazioni importantissime» su buona parte del mondo che gravitava attorno all’estrema destra. Salvini sottolinea che Calore «non aveva più nulla che lo legasse al passato, anzi, aveva mostrato di aver rotto completamente. E poi sono passati anni da quanto ha testimoniato e conduceva una vita assolutamente normale».