Roma, avvocato gambizzato sotto al suo studio

30/09/2010 di

In due sono arrivati a bordo di uno scooter in via Ruggero Fauro, elegante strada del quartiere Parioli a Roma, e si sono diretti verso lo studio dove da anni lavora l’avvocato Piergiorgio Manca, noto penalista della capitale. Intorno alle 20 hanno atteso che il professionista uscisse dal portone del palazzo e, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, si sono avvicinati al penalista. Tra i tre ci sarebbe stata prima una discussione e poi una piccola colluttazione: improvvisamente uno dei due ha estratto una pistola e ha esploso due colpi colpendo Manca all’altezza dell’inguine, poco sopra la coscia destra. I due, poi, sono fuggiti facendo perdere le loro tracce. Un’azione ben studiata, durata una manciata di secondi. Manca è stato immediatamente trasportato al Policlinico Umberto I, non è in pericolo di vita. Secondo gli inquirenti, che in serata hanno ascoltato alcuni testimoni, potrebbe trattarsi di un agguato compiuto da mani esperte, da gente che comunque conosceva il penalista. Avvocato di lungo corso, Manca ha una lunga esperienza come difensore in processi eccellenti, in particolare quelli legati alla criminalità romana. È stato difensore nel procedimento giudiziario per il rapimento di Giuseppe Soffiantini e nel processo per l’omicidio dell’ispettore dei Nocs, Samuele Donatoni. Il penalista ha partecipato, nel 1998, in qualità di testimone al processo svoltosi a Perugia per la morte del giornalista Mino Pecorelli. Il professionista è, inoltre, uno dei legali del commercialista Marco Iannilli. Marco Iannilli, figura chiave dell’inchiesta della Procura di Roma su un presunto maxiriciclaggio di due miliardi di euro che vede coinvolti ex manager delle società Fastweb e Telecom Italia Sparkle. Iannilli è, inoltre, legato all’ex consulente di Finmeccanica, Lorenzo Cola. Nel corso degli interrogatori il commercialista ha ricostruito ai magistrati la vicenda Digint: la società informatica che ha messo in contatto Finmeccanica con l’imprenditore Gennaro Mokbel, ritenuto uno degli ideatori della maxitruffa. Il commercialista difeso dall’avvocato gambizzato questa sera a Roma ha, inoltre, spiegato agli inquirenti il flusso di denaro (quasi 8 milioni di euro) partito da Singapore e Hong Kong e transitato su un conto di San Marino per poi finire in Svizzera. Secondo chi indaga si tratta di denaro che Mokbel ha versato a Cola, tramite bonifici per l’acquisto di Digint e che Iannilli ha trasferito in Svizzera trattenendo per sè il 10%.