Morto il bimbo di 3 anni soffocato da un hot dog

17/03/2014 di

Alla fine il piccolo Francesco non ce l’ha fatta. Dopo 5 giorni in terapia intensiva al policlinico Gemelli di Roma, il cuore del bimbo di 3 anni soffocato da un hot dog del ristorante ha smesso di battere. E con lui le speranze dei giovani genitori, distrutti ma desiderosi di regalare ad altri quella felicità che oggi è stata loro portata via. Alessia e Lorenzo, che in questi giorni si sono rifugiati in preghiera lanciando un appello anche a papa Francesco, hanno acconsentito alla donazione degli organi con il desiderio che la morte del figlio possa servire a salvare altre piccole vite.

Un episodio simile, sempre in un ristorante Ikea, accade lo scorso settembre a Bari, dove un bimbo di tre anni morì dopo essere rimasto soffocato da una polpetta. Intanto su quanto accaduto giovedì scorso all’interno del centro commerciale Porta di Roma, si è mossa anche la procura della Repubblica di Roma che ha aperto un fascicolo per far luce sulla morte del piccolo. Il pm Alberto Galanti, titolare degli accertamenti, ha disposto l’autopsia ed attende un’informativa salvo poi disporre l’acquisizione della documentazione medica ed eventuali consulenze tecniche. I magistrati dovranno anche tenere conto delle dichiarazioni della famiglia di Lorenzo e dei testimoni che hanno denunciato la mancanza di un pronto intervento all’interno del ristorante Ikea. «Mio nipote si sarebbe salvato se fossero arrivati i soccorsi in tempo – accusa la zia -, se gli fossero state fatte le manovre». L’azienda svedese, che oggi ha espresso il suo profondo cordoglio per la morte del bimbo, si è difesa sostenendo di aver attivato tutte le procedure, con l’intervento della squadra di primo soccorso del punto vendita. Cinque giorni fa Lorenzo e la mamma si erano fermati a pranzo al ristorante dopo una mattinata di shopping, quando il piccolo ha cominciato ad andare in affanno per un pezzo di wurstel del suo hot dog rimasto in gola. «È stata una scena drammatica – ha raccontato una testimone -. In pochi minuti si era diffuso il panico generale».

Alessia, la mamma del bambino, ha provato a chiedere aiuto, mentre dagli altoparlanti si cercava un medico. Solo alcune decine di minuti dopo gli operatori del 118 sono riusciti a raggiungere il ristorante e a prendere in cura il piccolo. Da lì la corsa verso l’ospedale Villa San Pietro, da dove poi il bimbo è stato trasferito d’urgenza al Gemelli in «condizioni disperate». Per cinque lunghi giorni è rimasto in coma, con la mamma e il papà sempre vicini, a sussurrargli le canzoncine preferite. Di fronte alla tragedia, però, anche la loro fede sembra vacillare: «Come si può morire a 3 anni?», si chiedono disperati.