HA PAURA DI PERDERE IL POSTO, UCCIDE IL DATORE DI LAVORO

24/07/2010 di

L’ha ucciso con una mazza da baseball perchè aveva paura che potesse chiudere la subagenzia assicurativa che conduceva da tempo. Flavio Pennetti ha 30 anni e il suo ‘datore di lavorò, l’agente della Assirisk Massimo Carpifave esattamente il doppio, 60. È morto sotto una serie di colpi feroci sulla strada che da Leonessa (Roma) va a Rieti. Poi Pennetti ha preso il corpo, l’ha nascosto sotto foglie e terriccio, si è liberato dagli abiti e se n’è andato. L’hanno arrestato dopo poche ore: lui prima ha mentito, ha cercato di depistare poi è crollato, ha pianto e ha confessato: «era un dittatore, uno stronzo, mi insultava. E quando ha cominciato a parlare della subagenzia, quando mi ha fatto capire che poteva anche chiuderla e revocarmi l’incarico, non ci ho visto più». E l’ha ucciso. Era già successo ieri a Massarosa, in provincia di Lucca: un dipendente licenziato sei mesi fa ha freddato a colpi di pistola il direttore generale e il responsabile delle vendite all’estero della sua azienda, la Gifas Electric. Poi si è suicidato. Pennetti invece ha ucciso ed è scappato: ha risposto al cellulare, era la moglie di Carpifave che gli chiedeva dove fosse il marito. E Pennetti le ha risposto di averlo accompagnato con la macchina a Roma e di averlo lasciato all’ufficio. Carpifave in verità era già morto. La moglie lo ha aspettato fino alle 21 poi è andata al commissariato e ha denunciato la scomparsa. Carpifave aveva tentato in passato anche la carriera politica: nel 2001 si era candidato alle comunali di Roma per An e nel 2006 alla Camera per la Lega Nord. Non solo: per le sue nozze ebbe come testimone donna Assunta Almirante. Sono stati i telefoni cellulari a tradire Pennetti: la polizia ha messo subito mano ai tabulati e ha visto che i cellulari di Pennetti e Carpifave stavano sotto la stessa cella, quando la donna ha chiamato. Poi le tracce si sono separate: il cellulare di Carpifave, muto, era rimasto fermo in località Fuscello di Leonessa, quello di Pennetti era rientrato a Leonessa. La polizia di Rieti, con la squadra mobile di Roma, hanno telefonato all’assicuratore invitandolo in Commissariato per ‘chiarimentì. Lì, sotto le domande della polizia, Pennetti ha cercato di reggere: ha raccontato del viaggio in macchina verso Rieti per acquistare una Porsche e della telefonata che Carpifave ha ricevuto dalla moglie; i ladri erano entrati in casa e la donna suggeriva che, nel caso fossero rientrati con la fuoriserie, non avrebbero potuto parcheggiarla nel garage visti che era stata forzata la serratura. Domande su domande fino al crollo, alle lacrime e alla confessione.